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La cialtroneria

venerdì 30 novembre 2012

naomit72@

Buon giorno!!! Come state? Come vi sentite in questo venerdì pre-natalizio? Non è Natale, ma ovunque si vedono alberi, festoni, lucine … Natale per induzione. Questo mese di dicembre, incontrerò tante lettrici,tante donne, tante amiche in giro per l’Italia, e questa cosa mi riempie di gioia, adoro confrontarmi con voi, con le vostre idee, le vostre sensazioni, le vostre prospettive. A parlare col cuore si guadagna in sensibilità.  A Genova ho conosciuto una giovane donna, dagli occhi curiosi, il sorriso aperto, una pelle di latte, e avida di colmare i suoi desideri di conoscenza, per diventare una donna vera. Ieri questa bella ragazza mi ha scritto, ringraziandomi del libro e raccontandomi una bellissima storia. Bella per me che ho lavorato da sola, rintanata per oltre due anni e mezzo e che oggi, al sentire queste storie mi dico che ne è valsa la pena. Lei vive con il marito, nello stesso stabile in cui vive sua cognata e sua suocere. La storia non è la solita: ci prendiamo a coltelli e cerchiamo di evitarci. Tutt’altro. La storia è fantastica, perché è la storia di una famiglia in armonia. L’altra sera una volta tornata a casa con il mio libro, lo ha mostrato a sua cognata la quale ne è rimasta entusiasta, e l’accordo fra le due è stato: tu che sei a casa lo leggi di giorno, ed io che vado a lavorare lo leggo, di sera. Così il mio libro passa come un testimone a diverse ore dal giorno, da un piano all’altro, in mano a due donne amiche che sono state brave a mantenere in piedi un equilibrio che spesso latita. E volete sapere la ciliegina sulla torta che davvero mi ha fatto morire?  Oltre alla due cognate, anche la suocera, lo sta leggendo, ma siccome il tomo fa già su e giù parecchio, lei è quella che riesce a leggerne di meno e si arrabbia … Quando la mia cara lettrice mi ha raccontato questa storia, ne sono rimasta meravigliosamente affascinata, perché in questo caso si è verificato quello che ho sempre sperato che il mio libro provocasse: la comunione di idee, e il confronto fra delle donne intelligenti, vere, speciali nella loro normalità. Ogni donna è speciale, ognuna lo è a modo suo, ognuna col suo mondo, ognuna con la sua rete di relazioni con cui può condividere pensieri e parole, esattamente come ho fatto io con le mie amiche mentre tutto questo veniva alla luce. È dalla reazione delle vere donne agli stimoli che se ne intuisce il pregio e la natura. Quando una donna sollecitata intellettivamente non reagisce o non coglie il senso, il modo, capiamo anche di che natura sia fatta. È un onore conoscere tante donne e tante sensibilità, mi auguro che anche a voi faccia lo stesso effetto la lettura del mio libro: quello cioè, di creare complicità, gruppo, comunione, amicizia …
Un caldo abbraccio alle mie lettrici, e continuate a raccontarmi le vostre preziose storie.
naomit72@


A LUNEDI!!!

giovedì 29 novembre 2012

VOJO RINASCE OMO

Quando rinasco voglio rinascere uomo, sennò ritorno dentro e non ne voglio sapere di mettere la testa fuori. Si voglio rinascere uomo, spensierato, sconclusionato, egoista, un po’ cazzone… insomma uno di quelli che sapete, mica avete bisogno che vi faccia il decalogo. Ma che problema hanno gli uomini? Neanche uno. Non cucinano, non lavano, non stirano, non fanno i figli, non li allattano, non hanno il ciclo (o meglio ce l’hanno ma non usano l’assorbente), non si fanno la ceretta, non si devono mettere le creme, non si devono fare mani e piedi, non portano i tacchi, non devono mettere il reggiseno, le calze, l’autoreggente, non si sbavano col mascara, non gli rimane mai la traccia di rossetto sui denti, non sentono la lezione di storia dei figli, non hanno mai un’amica sull’orlo di una crisi di nervi, non devono andare dal parrucchiere tutte le settimane a domare la chioma, non devo farsi continuamente la tinta, non hanno la CELLULITE, non hanno i capillari, non hanno le crisi di pianto, non hanno le crisi esistenziali col mondo, non pensano … sono fortunatissimi!!! Ma che gli manca ad un uomo? Niente vive nell’ignoranza e questo vuol dire  vivere benissimo. Noi triboliamo dalla mattina alla sera, crema giorno, crema notte contorno occhi, alimentazione, moto, lavoro, bella presenza, bella testa, rimanere informate ma essere belle, essere femminili ma non fare la figura dell’oca, sei donna ma non sei scema, allora battagli per mantenere l’assetto e calibrare il cervello. Sono stanca. Devi mettere i tacchi, ma vai di corsa, la gonna a matita devi fare i passi corti, ma hai fretta… sbrechi lo spacco imprechi, non si fa, una donna non impreca, allora diventi viola, e fai finta che tutto va bene. Sobboli di rabbia, la scuola ti chiama: Signora suo figlio ha 38 di febbre, lo viene a prendere? Altra incazzatura, avevi un appuntamento ti tocca disdirlo, adesso con chi lo lascio fino alle 16? Prendi il figli lo sbatti da nonna riparti, l’appuntamento è saltato il trucco s’è sciolto, anticipi l’impegno di dopo, ti ridai una rassettata, uno specchio non c’è mai, fai a occhio, appuntamento, nonna telefona, tuo figlio ha 40 che faccio? Mettigli la Tachipirina.- Non ce l’ho. Imprechi per la seconda volta nello stesso giorno, ti precipiti in Farmacia, poi ti ricordi che non hai manco un tozzo di pane per la cena, passi al supermercato, fai la spesa, porti il bagaglio dalla nonna, l’estetista ti chiama, avevi un appuntamento alle 18 per la depilazione. Provi a spostarlo, lei ti dice che il prossimo buco lo ha dopo venti giorni, tu sei già a limite scimpanzé. Vai dall’estetista tua madre s’incazza perché ancora ha tuo figli febbricitante, esci dall’estetista riprendi il figlio vai a casa lo metti a letto, lanci sui fornelli una specie di cena anche se al pensiero di mangiare ti viene un conato di vomito … alle 20 lui, il padre di tuo figlio, quello che dorme sul tuo letto, tutto rilassato e tranquillo ti dice: VADOAFAREUNAPERITIVOCONILCOLLEGA……MANONTORNOTORNOTUTTOBENE?
Allora sapete cosa vi dico? Vojo rinasce omo….
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A DOMANI

mercoledì 28 novembre 2012

2 CHIACCHIERE


Buon giorno!!!
Oggi la faccio leggera … sì, sì andiamo di frivolo … Ho letto sulla testa di Vanity, di un’azienda di parafarmaceutica che si occupa di estetica, nello specifico creme a base di acido ialuronico, che sfruttano lo stesso principio delle creme che si applicano dopo un intervento filler per far durare di più l’effetto. Mi denuncio: ho la fissa della pelle. Adoro le donne con la pelle luminosa, curata, idratata, senza le imperfezioni che rendono l’aspetto sciatto o insalubre. Quando ho letto l’articolo di questa Fillast mi sono subito collegata al sito. La politica aziendale è quella di vendere solo on-line per contenere i costi, i prezzi delle creme sono abbordabili e il loro cavallo di battaglia è un lips balm per le labbra che promette portenti. C’è la possibilità di provare un kit di tutti i prodotti, ad un prezzo assolutamente modico … io secondo voi cosa ho fatto? Ho ordinato il kit per provare la texure delle creme e vederne l’effetto sulla pelle. Ecco sono contenta, anelo al miracolo. Lo so che state già pensando: ma le creme non servono. Qui mi sento di dissentire, come recita la mia super amica dottora Patrizia, sane abitudini alimentari, movimento, e prodotti efficaci aiutano, e molto, a mantenere il capitale che ognuna di noi si porta dalla nascita. Poi è vero che qualcuna è più fortunata di altre e la genetica gioca un ruolo importante, ma aiutarsi con prodotti non invasivi, con applicazioni costanti è importante. Io sono sempre sotto la supervisione della mia amica che da sempre mi dà un sacco di ottimi consigli, avere ed affidarsi ad un’esperta è importante. La bellezza passa da dentro a fuori e viceversa, e i risultati del sentirsi bene, sono un balsamo all’autostima. Belle dentro e fuori, la ricetta adeguata alla vera femminilità.

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A DOMANI

martedì 27 novembre 2012

PENSIERO LIBERO

Ragazze oggi non so di cosa parlare, mi sono fatta il mio solito giro, ma niente. La politica un pianto, sentire Renzi e Bersani litigare come due scolaretti dell’asilo mi mette solo tristezza. Nello spettacolo peggio, li a litigare sono la Ventura e Arisa, o i due fidanzati di Halle Barry, altra tristezza. Nel mondo della moda è novembre e tutto scorre fra un maxi cardigan e un leggins. Insomma niente di niente. Ma dal’altra parte chi se ne frega di quello che accade fuori, quello che ci interessa è ciò che accade dentro … dentro ad ognuno di noi, dentro alle nostre case, dentro al nostro ufficio, dentro al nostro uomo, o dentro a nostro figlio. Qualcuno sembra voler vivere la vita degli altri, dimenticando di vivere la propria. Qualcuno dimentica che osservando l’esistenza altrui non riesce a migliorare la propria, forse si possono prendere spunti, ma le dinamiche, le azioni, le decisioni, rimangono ognuno per sé. Ognuno di noi è fautore di un’esistenza unica, diversa, scelta, voluta. Ogni giorno con la vita di tutti si potrebbe fare un giornale, un quotidiano, un telegiornale. Il fatto che nessuno dia importanza alla vita dei singoli, non significa che non abbia valore. Shakespeare dice che “Vi è qualche particella di bene anche nelle cose peggiori, basta saperla estrarre”, anche nelle miserie o nella routine c’è qualcosa di buono. Basta saper vedere. Riconoscere e assegnare nomi alle sensazioni, ai fatti di ogni giorno è fondamentale per capire che anche la nostra vita non ha nulla da invidiare a quella di nessuno. Un uomo che ti ama, un figlio che ti abbraccia, un’amica che ti stima, un riconoscimento lavorativo, un estraneo che ti sorprende, un vecchietto che ti chiede aiuto, un passante che ti sorride. Tutti momenti da riconoscere, da vivere, per se stessi, non per gli altri.
Camus dice una cosa meravigliosa con la quale concludo:
“Se c’è un peccato contro la vita, è forse non tanto disperarne, quanto sperare in un’altra, e sottrarsi all’implacabile grandezza di questa.”
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lunedì 26 novembre 2012

IO E TE..

Allora, sono confusa. Parlo con le donne e mi dicono che non si trovano più uomini veri, disposti ad innamorarsi, uomini con cui sognare, uomini con cui fare famiglia. Parlo con gli uomini e mi dicono che non esistono più donne vere, che non pensino solo ai soldi, che capiscano un discorso d’amore, che siano disposte ad ascoltare, che non facciano resistenza ai sentimenti. Sono confusa. Mi sono detta che o devo mettere in contatto tutte queste persone tipo agenzia matrimoniale … o trovare un altro modo per farle incastrare.. ma a parte le mie aspirazioni alla Marta Flavi, queste contraddizioni sono davvero strane. Come mai tutti dicono che la colpa è dell’altro sesso? Noi diciamo che è colpa loro, loro dicono che è colpa nostra, e in questo palleggio di responsabilità, non si riescono a fondare veri rapporti. Allora com’è questa storia? Spiegatemelo voi, perché io non ci capisco nulla. Ad ascoltare le ragioni di ognuno … come dice Sorrentino: “Hanno tutti ragione”, e così non se ne viene fuori.  Io sostengo da sempre che la verità sta nel mezzo, quindi probabilmente le responsabilità sono distribuite equamente fra tutti. Forse è vero che gli uomini si defilano a volte dall’impegno, come è vero che le donne hanno ultimamente una specie di ossessione per i soldi. Ma il problema secondo me non è tanto questo, quanto il fatto che ognuno in amore avanza pretese e richieste dall’altro, omettendo sempre di dire quello che vuole dare all’altro. Esordire con qualcuno dicendo io da te vorrei … comprensione, amore, rispetto, affetto, intelligenza ecccc… mette paura. È come andare in banca e chiedere un prelievo di un milione di euro in contanti, immaginate la faccia del cassiere? La domanda spontanea è: ma tu che mi dai in cambio? Mi sembra ovvio tu chiedi e io chiedo.
Secondo me l’approccio più giusto è quello di non chiedere invece, ma dire piuttosto cosa si vuole dare. Dichiarare ad una donna che si ha tutta l’intenzione di amarla, di esserle di sostegno, di rimanere piuttosto che andare.. è un messaggio molto diverso. Cosa vuoi da una donna? Amarla. Cosa vuoi da un uomo? Amarlo. Suona diversamente. Non ci si può apprestare ad un rapporto avanzando richieste, ci si appresta ad un rapporto con la voglia di dare, di darsi. Se pensiamo di trattare i rapporti di coppia come la vecchia partita doppia divisa fra dare e avere, partiamo male, in un rapporto sano se entrambi i componenti pensano all’altro, inevitabilmente ognuno farà la sua parte per arrivare ad una completezza, non automatica, ma neanche impossibile. È un diverso approccio ma dall’esito fondamentale, se speri di ricevere vantaggi da un amore meglio stare soli, l’amore è compromesso, togliere a sé per dare all’altro, smussarsi, aiutarsi, sacrificarsi un po’, per poter diventare uno … l’amore è una matematica strana, dove dall’unione di due elementi ne deve risultare uno. Dura è? Ma bisogna provare a non finire per diventare una società di solitari, che si incontrano solo su Internet e vivono amori virtuali. L’amore è di due.. io e te..






A DOMANI!

domenica 25 novembre 2012

COSì E' SE VI PARE

Ci sono istanti, giorni, periodi, in cui un sentimento di inadeguatezza ci pervade senza comprenderne la natura. Non parlo dell’inadeguatezza degli insicuri, dei timidi, di coloro che per natura vorrebbero sempre fare un passo indietro; parlo di insicurezze di concetto, che indistintamente ci possono  cogliere  tutti in modalità random. Di vere certezze nella vita ne abbiamo solo due … l’inizio e la fine, il resto, tutto quello che riempirà lo spazio vuoto, ma che necessariamente in qualche modo si dovrà rivelare, è un’incognita. Nell’ignoranza del domani, dell’istante, dell’ imprevisto, tutti diventiamo vulnerabili, timorosi, scoperti.  L’incognita senza risposta, e senza possibilità di calcolo, cui ti mette di fronte la vita, a volte, ti lascia con sentimenti di perplessità … una scelta giusta, una cosa da dire o da tacere, una relazione da continuare o troncare, un lavoro da fare o non fare, l’educazione da impartire ai figli … tutte grandi incognite, senza possibilità di previsione, solo sperimentazione, e nella sperimentazione affiora il disagio, l’inadeguatezza di pensare di aver intrapreso un percorso che non siamo sicuri di saper portare a termine. Quel famoso coraggio o cuore impavido che dovrebbe accompagnarci, nei momenti topici, si fa evanescente, e la paura prende il sopravvento: la paura genera il sentimento di inadeguatezza, cioè di non riuscire a coprire completamente la misura che ci viene richiesta da una situazione, di qui il disagio di non essere idonei ad affrontare una certa situazione. La vita ci richiede dunque una grande versatilità, la capacità di essere una sorta di gomma che si allunga, si accorcia, prende la forma richiesta, a mio avviso, è una delle più grandi doti che si possano trovare in un individuo. L’inadeguatezza si fuga grazie alla capacità di adeguamento ai cambiamenti, Darwin disse: “Non è la specie più forte che sopravvive, ne la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti.” Metaforicamente, per affrontare la vita brillantemente, dovremmo essere costituiti da uno di quei materiali di nuova generazione che sanno reagire a qualsiasi evento termico e meccanico in modo resistente … ma siamo umani, e la variabile sentimentale cui siamo sottoposti è l’ago vero della bilancia, squilibri enzimatici, umorali, e psicologici dicono la loro, intessuti nel retaggio culturale e familiare, creano l’individuo che non sempre è all’altezza dalla situazione, e a volte è pavido, meschino, vile … inadeguato … materiale umano in qualche frangente scadente in altre eccellente.. così è se vi pare.

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A DOMANI!

giovedì 22 novembre 2012

UNA CASUALE GEOMETRIA

La misurazione dei giorni che ci toccano da vivere è simile ad un segmento la cui geometria non ha regole, non ha teoremi e non ha dati su cui basare il conteggio volumetrico o perimetrale. Nessun riferimento, perché il segmento prende la forma che vuole arbitrariamente e nel momento in cui decide di manifestarsi. Infondo il venire al mondo non è altro che l’inizio di questo tratto enigmatico, di cui qualcuno ci lascia il testimone prima, per poi essere ceduto a nostra volta a posteriori, in una porzione di tempo, in un momento qualsiasi. Che la si  chiami procreazione, o continuo della specie, un fatto è certo: non puoi decidere chi mettere al mondo e neanche quando venire al mondo, l’esistenza accade “in medias res”. L’evento straordinario si consuma in un momento, la rivelazione del nuovo avviene in un contesto vecchio, dove ogni cosa continua esattamente incurante dell’accaduto,e dove tutto risponde a degli stimoli preordinati, come la stessa nascita.
Il tratto, il puntino, inizia a tracciare una linea avvinghiata, avvolta, retta, convessa, comunque una traccia che involontaria segna un percorso; un’esistenza, che non si può ne ritardare, ne anticipare, viene quando vuole e occupa la porzione di tempo che vuole, instaurando nonostante tutto, una rete di relazioni così vasta e capillare da riuscire ad ottenere la corrispondenza con la vita di tanti altri segmenti confusi esattamente come il primitivo. Un’inestricabile complessità, governa figure intellegibili, dove ognuno cerca IL teorema per risolvere la sua equazione, ad anche quella di chi crea intersezioni, con risultati a volte frustranti.
Il tratto è a volte incerto, a volte fa digressioni, altre volte  progressi rapidi, ma è sempre dettato dalla spinta di una casuale geometria, perché la vita è legata al caso, ed ogni caso è a sé, anche se tutto scorre incurante, indolente, dissolvente senza forma e regola. Una matematica arbitraria che non ha corrispondenza col vero, con l’esatto, con la relatività dell’esistenza.
Una burla infinita!

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A DOMANI!

mercoledì 21 novembre 2012

LA LETTERA D'AMORE

I tempi sono davvero cambiati, in modo irreversibile. L’altro giorno una mia cara amica stava facendo dei lavori in casa e nello spostare, si è chiesta se avesse trovato una lettera d’amore. Mi sono chiesta la stessa cosa anche io, se dovessi mettermi a cercare in casa fra le varie cose, credo che neanche io troverei una lettera d’amore, e se anche la trovassi, non sarebbe dell’amore corrente. Le lettere sono state sostituite da Sms, e-mail, piattaforme interattive. È la stessa cosa ricevere sul display del cellulare un TVB, o ricevere una mail con scritto magari ti penso, dal ricevere una lettera scritta di pugno, con progressioni, digressioni, tratti di penna più decisi, altri più timidi, da qualcuno che prova a parlare di un sentimento? Tutta un’altra cosa, come mangiare il saccoccio preconfezionato della Findus, o il pollo della domenica di vostra nonna. È una questione di genuinità. Il sentimento forse, può essere lo stesso, ma detto fugacemente senza troppo pensare, sì perché la tastiera è veloce quindi ti da la possibilità di usare formule veloci, che magari non senti completamente tue, ma intanto sai che usandole accontenti chi legge, e lo scrivi a cuor leggero: TVB.
Ma che un amore si esprime come la sigla di un ente statale? INPS, INAIL, ENPALS, TVB … uguale; a uno paghi le tasse, a uno gli infortuni, a un’altra la porti a cena. Blah … ma che razza di amore è? Questa è una sciagura, se a 40 anni uno mi scrive TVB non gli rispondo neanche, e se lo incontro lo insulto. Da grande devi essere capace di parlare del tuo sentimento, non puoi comportarti come un adolescente che non comprende la fonte degli stimoli e non ha i mezzi per decodificarli, da adulto le cose cambiano, speriamo. La consapevolezza di un sentimento, e la voglia di raccontarlo a parole proprie almeno una volta nella vita, dovrebbe venire a tutti; se non hai voglia di scrivere una lettera d’amore a chi hai vicino significa solo una cosa: che non lo ami più. E già perché scrivere una lettera di proprio pugno, è fare una dichiarazione in primis a se stessi, Lì mentire diventa più complicato. La penna è lenta, e nella lentezza c’è la riflessione di quello che dici, di quello che pensi, una diversa meditazione, la mano, a meno che tu non sia un bugiardo incallito conclamato caso clinico, lascia un tratto di sentimento provato. A scrivere ti amo, se non è vero, come minimo provocherà un tratto più incerto, meno sicuro,  la scrittura rivela l’intimo, il sentimento. Non per nulla ci sono esperti che studiano grafologia, non se la inventano la materia, è scientifica.
La lettera d’amore, anche ai tempi di internet (non ai tempi del colera … anche se è un colera per i sentimenti) è in assoluto il regalo principe che una donna possa ricevere, è una testimonianza nel tempo. L’sms si cancella, non ha personalità, non ha ricordo, lo scrivi di fugata, la lettera invece la conservi, la rileggi, la tocchi, ne sfiori i tratti e te ne curi l’anima. Io sono un’inguaribile romantica, leggo i classici e per ogni romanzo di successo, c’è un amore ed una lettera. Sempre. Le lettere di Madame Bovary al suo amante, o le lettere di Swaan a Odette, o la lettera di Beethoven alla sua Immortale Amata,o qualsiasi altro classico vi possa venire in mente, in cui c’è un amore e  il bisogno di comunicarlo. Nel leggere quelle parole una donna si sente rassicurata, la rassicurazione che, anche un uomo, fermandosi, e pensando alla donna che ha affianco, possa essere capace di dedicarle delle parole sentite e provate. Una lettera d’amore scritta nero su bianco, del cui esito nessuno può sapere, ma la cui voglia di condividere, è l’essenza dell’amore.
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A DOMANI!

martedì 20 novembre 2012

I BAMBINI

Oggi è la Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia venne siglata dall’ONU il 20 novembre del 1989 e da lì ogni anno si ricorda questa giornata, a testimonianza del diritto alla tutela e protezione dei bambini. Fra gli articoli dello statuto che garantiscono l’infanzia di ogni bambino sulla terra, ci sono punti che platealmente non sono rispettati. Nonostante le presunte evoluzioni,ancora le cose elementari e della cui essenzialità tutti riconoscono l’obbligo, sono latitanti. Oltre al diritto all’educazione, al gioco, alle cure, al cibo, alla protezione, al rispetto della persona, all’inviolabilità di un corpo, ci sono diritti meno pubblicizzati ma comunque molto importanti, come rispettare la dignità e le idee di un bambino se dette con convinzione, il diritto di avere vicino entrambi i genitori, e il diritto di contattarli facilmente se separati, il diritto di avere vicino un adulto responsabile che faccia ciò che è meglio per loro. Dignità, rispetto, responsabilità, osservate queste norme ogni infanzia non sarà violata. Il problema dei bambini siamo e solo, noi grandi. È questo il guaio vero, finchè i bambini avranno a che fare con i grandi la loro infanzia non sarà mai tutelata, perché i grandi sono irresponsabili, pasticcioni, distratti, indelicati, egoisti, insoddisfatti, nevrotici, sconclusionati … MATTI. Il diritto all’infanzia che dovremmo garantire ai bambini, non lo garantiamo neanche a noi stessi in termini di integrità morale, come si fa? È una contraddizione in termini, non ci si può far garante di nessuno se non lo si è neanche per se stessi. La tutela fisica, morale, intellettiva, può essere impartita se se ne è titolari, altrimenti sono tutti discorsi, vuoti, vani, vacui, sterili, ed a farne le spese saranno sempre i più deboli, gli indifesi, i bambini. È il mondo che deve maturare per salvaguardare il futuro costituito da esseri meravigliosi e delicati, bisognosi di RESPONSABILITA’. Tutto da rifare.







A DOMANI