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La cialtroneria

venerdì 14 giugno 2013

BRAD.........PITT.......

Oggi folgorata da Brad ho comperato Vanity… è una roba grossa st’omo, e la natura è ingiusta per principio! Ma che si da tutto a uno e solo per una? E a noi povere donne comuni che ci deve toccare? No! Lo voglio anche io Brad! Bello e mi pare riduttivo, bravo, talentuoso, impegnato socialmente, innamorato della moglie. Lo hanno eletto uomo ideale. Mi associo, per una volta voglio seguire la massa e omologarmi al pensiero comune che come lui non c’è nessuno. Vostro marito è bello? Biondo? Un fisico mostruoso? Attenzioni infinite? E rinuncia a guardare le altre perché pensa solo a voi? (Brad ha deciso di non fare più scene di sesso per rispetto di Angelina). Non ce l’avete lo so… e non sentiatevi sole. Io vi capisco.


A LUNEDI'!

giovedì 13 giugno 2013

DIGNITA'

Vivere con dignità, morire con dignità. Aspirazione di tutti.
Cos’è la dignità? È il rispetto che l’uomo, conscio del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di se stesso e tradurre in comportamento e contegno adeguati. Sulla carta tutto chiaro. La definizione da adito a delle domande essenziali. Chi è davvero conscio del proprio valore? Chi realmente rispettando la propria natura riesce a comportarsi conseguentemente? Quale contegno è decoroso alla propria dignità? La risposta a queste domande rende palese il perché spesso non si riesce a mantenere la dignità che la vita chiede. Non ci sappiamo comportare come conoscendo il nostro valore, ci svendiamo, e svendiamo azioni nobili con azioni frugali, poco pensate e spesso volgari. Il decoro e la presentabilità a volte non arrivano neanche alla decenza, la sufficienza strappata alla dignità. Il contegno che coinvolge un forte autocontrollo non è una pratica usata, si dice che bisogna far fluire le proprie emozioni anche quando sono sconvenienti ed indecenti, dando vita a modi animaleschi. Questo non rientra nell’idea di dignità. È la fibra morale che manca, i proponimenti ad essere migliori, e non dar corso solo agli istinti anche i più bassi, non sono neanche momentanei. Quando si fanno questi discorsi si è tacciati di mentalità ristretta. Si vuole mettere nella stessa bottiglia due liquidi diversi con la pretesa che ognuno mantenga inalterato il proprio sapore. Impossibile, perché un sapore sia integro non deve essere mescolato, e questo non è moralismo è fisica. Le miscele casuali nella maggioranza dei casi danno vita a sapori peggiori quasi imbevibili. Così sono coloro che pretendono di vivere con dignità perseguendola sulla base della viltà, meschinità, vigliaccheria. Vi sembra possibile? Quanti cocktail venuti male…

Vivere con dignità, morire con dignità. Aspirazione di tutti.
Cos’è la dignità? È il rispetto che l’uomo, conscio del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di se stesso e tradurre in comportamento e contegno adeguati. Sulla carta tutto chiaro. La definizione da adito a delle domande essenziali. Chi è davvero conscio del proprio valore? Chi realmente rispettando la propria natura riesce a comportarsi conseguentemente? Quale contegno è decoroso alla propria dignità? La risposta a queste domande rende palese il perché spesso non si riesce a mantenere la dignità che la vita chiede. Non ci sappiamo comportare come conoscendo il nostro valore, ci svendiamo, e svendiamo azioni nobili con azioni frugali, poco pensate e spesso volgari. Il decoro e la presentabilità a volte non arrivano neanche alla decenza, la sufficienza strappata alla dignità. Il contegno che coinvolge un forte autocontrollo non è una pratica usata, si dice che bisogna far fluire le proprie emozioni anche quando sono sconvenienti ed indecenti, dando vita a modi animaleschi. Questo non rientra nell’idea di dignità. È la fibra morale che manca, i proponimenti ad essere migliori, e non dar corso solo agli istinti anche i più bassi, non sono neanche momentanei. Quando si fanno questi discorsi si è tacciati di mentalità ristretta. Si vuole mettere nella stessa bottiglia due liquidi diversi con la pretesa che ognuno mantenga inalterato il proprio sapore. Impossibile, perché un sapore sia integro non deve essere mescolato, e questo non è moralismo è fisica. Le miscele casuali nella maggioranza dei casi danno vita a sapori peggiori quasi imbevibili. Così sono coloro che pretendono di vivere con dignità perseguendola sulla base della viltà, meschinità, vigliaccheria. Vi sembra possibile? Quanti cocktail venuti male…
 




A DOMANI!

mercoledì 12 giugno 2013

LENTAMENTE MUORE

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.
MARTHA MEDEIROS

lunedì 10 giugno 2013

PENSO......E DICO

Buon giorno!!
Oggi parto da una dichiarazione di Shakespeare: “Non sai che sono donna? Quando penso devo parlare.” Che parlasse con me non ci voglio credere, ma certo che una dichiarazione tanto vera capita raramente di ascoltarla. Perché le donne hanno bisogno di pensare a voce alta? Perché i loro pensieri hanno l’istinto naturale di condividerli. La donna naturalmente è predisposta verso rapporti interpersonali molto più di un uomo. La capacità di linguaggio e di comunicazione sono un bisogno, non tanto una buona capacità. Questo spiega perché le donne hanno molte amiche e gli uomini invece nella maggioranza dei casi sono circondati da conoscenti.  La necessità di condividere le idee saldano i rapporti. Se analizzate un gruppo di vere amiche affiatate, difficilmente noterete che quelle donne non si conoscono bene, anzi si conoscono alla perfezione perché avranno parlato così tante volte dei loro pensieri che difficilmente qualche cosa sarà sfuggito alle loro conversazioni. Gli uomini quando, pensano lo fanno in silenzio e il loro pensieri rimangono imprigionati talmente bene nella loro mente che hai l’impressione  siano senza materia grigia; ovviamente c’è qualcuno che davvero non pensa, e anche quello è istintivo, naturale, ad ognuno il suo. Il vero problema fra questi due modi di fare tanto distanti, è quando un uomo e una donna devono relazionarsi fra di loro. Un incubo. Davvero, con modalità tanto diverse cercare una via di mezzo è difficile, perché noi sappiamo pensare solo a voce a alta e loro solo in silenzio. Il risultato è che noi risultiamo pesanti e loro inconsistenti. Oggi la soluzione non ce l’ho, so solo che questo fare tanto diverso  ci mette in grande difficoltà, tanto che quando noi abbiamo un problema corriamo sempre e solo dalla nostra grande amica, e quando lo hanno loro se lo tengono dentro, quindi in soldoni la nostra amica ci conoscerà sempre di più, e lui rimarrà un mistero di Indiana Jones… a non aver conosciuto Shakespeare …  
Buon giorno!!
Oggi parto da una dichiarazione di Shakespeare: “Non sai che sono donna? Quando penso devo parlare.” Che parlasse con me non ci voglio credere, ma certo che una dichiarazione tanto vera capita raramente di ascoltarla. Perché le donne hanno bisogno di pensare a voce alta? Perché i loro pensieri hanno l’istinto naturale di condividerli. La donna naturalmente è predisposta verso rapporti interpersonali molto più di un uomo. La capacità di linguaggio e di comunicazione sono un bisogno, non tanto una buona capacità. Questo spiega perché le donne hanno molte amiche e gli uomini invece nella maggioranza dei casi sono circondati da conoscenti.  La necessità di condividere le idee saldano i rapporti. Se analizzate un gruppo di vere amiche affiatate, difficilmente noterete che quelle donne non si conoscono bene, anzi si conoscono alla perfezione perché avranno parlato così tante volte dei loro pensieri che difficilmente qualche cosa sarà sfuggito alle loro conversazioni. Gli uomini quando, pensano lo fanno in silenzio e il loro pensieri rimangono imprigionati talmente bene nella loro mente che hai l’impressione  siano senza materia grigia; ovviamente c’è qualcuno che davvero non pensa, e anche quello è istintivo, naturale, ad ognuno il suo. Il vero problema fra questi due modi di fare tanto distanti, è quando un uomo e una donna devono relazionarsi fra di loro. Un incubo. Davvero, con modalità tanto diverse cercare una via di mezzo è difficile, perché noi sappiamo pensare solo a voce a alta e loro solo in silenzio. Il risultato è che noi risultiamo pesanti e loro inconsistenti. Oggi la soluzione non ce l’ho, so solo che questo fare tanto diverso  ci mette in grande difficoltà, tanto che quando noi abbiamo un problema corriamo sempre e solo dalla nostra grande amica, e quando lo hanno loro se lo tengono dentro, quindi in soldoni la nostra amica ci conoscerà sempre di più, e lui rimarrà un mistero di Indiana Jones… a non aver conosciuto Shakespeare …  



A DOMANI!

ECCOMI!

Buon giorno a tutti e ben ritrovati.
Sono stata redarguita piacevolmente sul perché non scrivo più regolarmente. Non ho scritto il blog perché sto lavorando a due nuovi lavori, e credevo di non avere energie sufficienti per portare avanti tante righe di parole e di idee ogni giorno. Mi sbagliavo. Scrivere ogni giorno è terapeutico. Se scrivo quotidianamente, ogni giorno qualcosa di mezzo o parzialmente buono viene fuori. Se non scrivo non viene fuori nulla, i pensieri mi fluttuano nella mente senza fissa dimora. I pensieri devono albergare in una stanza ben precisa affinché siano utili, altrimenti sono solo inutili divagazioni. Non pensiate che in questo periodo di silenzio non abbia fatto nulla… assolutamente. Ho studiato e letto come una pazza, preso appunti, cercato fonti, e fatto considerazioni..tante..troppe. Ho scritto la traccia per il mio secondo libro e messo giù le idee per il  terzo. Ho conosciuto gente interessante e scoperto cose che mi hanno affascinato. Io vivo di innamoramenti, mi appassiono ad argomenti, temi, questioni e arti. Sono una che deve mettere il naso ovunque perché tutto mi interessa. A volte mi chiedo cosa faccio nella vita, e la risposta più immediata che mi viene da darmi è: PENSO.
Dal pensiero nasce di nuovo l’esigenza di condividere con voi mie care lettrici poche righe giornaliere che ci permetteranno di non perderci di vista..mentre continuo a far venire alla luce un altro figlio di carta.
A domani!   
Buon giorno a tutti e ben ritrovati.
Sono stata redarguita piacevolmente sul perché non scrivo più regolarmente. Non ho scritto il blog perché sto lavorando a due nuovi lavori, e credevo di non avere energie sufficienti per portare avanti tante righe di parole e di idee ogni giorno. Mi sbagliavo. Scrivere ogni giorno è terapeutico. Se scrivo quotidianamente, ogni giorno qualcosa di mezzo o parzialmente buono viene fuori. Se non scrivo non viene fuori nulla, i pensieri mi fluttuano nella mente senza fissa dimora. I pensieri devono albergare in una stanza ben precisa affinché siano utili, altrimenti sono solo inutili divagazioni. Non pensiate che in questo periodo di silenzio non abbia fatto nulla… assolutamente. Ho studiato e letto come una pazza, preso appunti, cercato fonti, e fatto considerazioni..tante..troppe. Ho scritto la traccia per il mio secondo libro e messo giù le idee per il  terzo. Ho conosciuto gente interessante e scoperto cose che mi hanno affascinato. Io vivo di innamoramenti, mi appassiono ad argomenti, temi, questioni e arti. Sono una che deve mettere il naso ovunque perché tutto mi interessa. A volte mi chiedo cosa faccio nella vita, e la risposta più immediata che mi viene da darmi è: PENSO.
Dal pensiero nasce di nuovo l’esigenza di condividere con voi mie care lettrici poche righe giornaliere che ci permetteranno di non perderci di vista..mentre continuo a far venire alla luce un altro figlio di carta.
   


A domani!!!