Post in evidenza

La cialtroneria

martedì 30 gennaio 2024

La cialtroneria

C'è statto un momento bellissimo nella moda italiana: è stato quando ognuna si guardava con attenzionen essendo molto accorta a mettere il "vestito buono", che rendeva speciale grazie alla cura che impiegava nell'indossarlo. Quell'epoca è stata una specie di sole di mezzanotte, a cavallo fra le difficoltà economiche superate e l'affaccio alla nuova frontiera mondiale del busness. Fin qui tutto bene. Poi come nelle migliori tradizioni di famiglia, qualcuno inizia a saltare il pranzo di Natale, qualche altro quello di Pasqua e la famiglia si sfascia per distrazione, che è successo? Niente, ci siamo solo distratti dagli impegni. Stessa cosa è capitate alla moda, impersonata convenzionalmente dalle donne,è passata da faro a fanalino in pochi anni. Perchè? anche noi ci siamo fatte distrarre dagli impegni e dalla massificazione mondiale, del così fan tutti, così si vestono tutti e così stiamo comodi. Siamo diventati cialtroni, cioè trasandati, sciatti, trascurati. Per distrazione, per imitazione, per pigrizia, abbiamo fatto sì che quello che era il modo di fare ITALIANO, fosse diventato di Shein, che di italiano non ha più nulla. Allora capita che giri per delle città meravigliose trabordanti di gente e le uniche donne che ti giri a guardare ammirata e piena di estasi sono le giapponesi, che con la loro aria da dee che non toccano i piedi a terra, ti sembrano delle vere aliene rispetto alla raffazzonatezza con cui ce ne andiamo in giro, pensando di essere delle gran fighe, dentro alle nostre sneaker multicolor e jeans da straccione. Allora invece che tramandare e tutelare la nostra matrice arigianale di vera abilità nel vestirci, abbiamo fatto come quelli che per non passare da antichi, si sono messi a mangiare le merendine dai distributori automatici invece del pane fatto in casa dalle loro madri. Siamo così "cialtrone" (vedi la definizione sopra citata affinchè non ci sia offesa alcuna in chi legge) al punto che nessuna di quelle che incontri per la strada, ti faccia venire la voglia di essere meglio, non per competizione donnese, ma semplicemente come stimolo all'avanzata della propria persnalità, perchè sai, l'ambiente conta e se un ambiente è stimolante anche tu lo sarai. Forse le nostre nonne, in outfit antelitteram che ad averli ora saremmo tutte su Instagram come nuove trendsetter, avevano molto più spiccato il senso di appartenenza ad una cultura che inneggiava alla bellezza come stile di vita e non come pretesto per la superficialità. Dovremmo riguardare le foto di tanto fa che ritraggono donne con una loro personalità, non identiche una all'altra, ma splendide ognuna a modo suo. Un abbraccio Naomi

venerdì 24 febbraio 2023

La Moda e la sua Isteria

Ho l’impressione che nel mondo del fashion system, spesso sfugga il senso e lo spirito della moda stessa come istituzione legata ad arte, cinema, artigianato e manifattura. Se non viene considerata per ciò che è rischia di diventare plastica, modo per appararsi, senza capire alla radice il concetto e l’arte ad essa collegata. Diventa quindi futilità, effimero. Astratta dal contesto presa come abito, scarpa, borsa, è fine a se stessa. L’errore che a volte facciamo è di diventare succubi delle tendeze dominate da un oggetto, invece di condividere un concetto. In alcuni casi diventiamo talmente vulnerabili da non saper più scegliere da sole, fino a sembrare un burattino nel teatro dello stile, coprendoci di idee, ma senza averne una propria, o quantomeno senza capire l’idea che si sta indossando. Quando ciò accade la moda vissuta con isteria, non è più espressione d’arte, ma solo bisogno di omologazione a modelli standard: una sorta di abiura da sé per assomigliare ad un perfetto estraneo. Si può vivere la moda, giocare con essa, ma senza prendersi e prenderla troppo sul serio. Saperla usare con il giusto spirito e con giudizio, e senza diventare in alcune occasioni e contesti “ridicole”. Ci sono una serie di icone che hanno fatto la moda e segnato uno stile, è la dimostrazione che con la moda bisogna interagire e non subire. Scegliere e capire perché si sceglie. Non aver paura di essere in controtendenza, perché lo stile lo fa l’individuo, non la massa. Capire un oggetto e perché è stato concepito in un certo modo, è comprendere il concetto; l’informazione e la cultura, sono il valore aggiunto ad un pezzo che può raccontare una storia a patto di conoscerla. Diversamente resta e rimane un oggetto inanimato che serve solo al piacere degli occhi, o a volte neanche a quello ma puro stasus symbol, il peggiore dei modi. La moda è cultura, sapere, provenienza, appartenenza. Naomi

giovedì 16 maggio 2019

IL NAOMISMO- IL CULTO DELLO STILE

Allora vi dico una cosa: stiamo confondendo la giovinezza con lo stile. La giovinezza è uno stato che prende una porzione di vita, pochissima ve lo posso garantire. Lo stile invece è una conquista che si fa nel corso del tempo e che dura tutta la vita. Nell'era Social si attribuisce stile e fascino a ragazze che in realtà hanno solo la giovinezza. E tu dici: ti pare poco? No, assolutamente, dico solo che c'è un fraintendimento siccome la gente è sommaria, e dà definizioni sommarie, la fine è che, Instagrammer e social girl, passino come trasudanti stile. Non è così. Innanzi tutto con la innata predisposizione allo stile ci si nasce (o ce l'hai o pazienza), poi il tempo e la maturità ti fanno affinare le armi, e capisci: come, dove, quando. La costruzione di uno stile personale richiede studio, scelte consapevoli, e una personalità definita. Lo stile è donna, la freschezza è gioventù: concetti diversi; dall'essere ragazze e avere la natura a favor di vento-ci siamo passate tutte- a diventare donne di stile per tutta la vita è un altro conto, lì in molte non ci arrivano né prima, né dopo, né durante. Che io veda centinaia di foto con le solite dita a V, o la linguaccia, o micro bikini osati a 18 anni, a me che sono donna, non fa nè caldo nè freddo; alzano il testosterone agli uomini, ma il loro è uno scopo meramente fisiologico, e la fisiologia con lo stile non ci ha mai azzeccato nulla. Quale donna guardo io? Quella che mi trasmette un non so che, il sensus vagus, per cui a prescindere dall'età mi cattura, mi costringe ad osservarla, a capire quale sia il suo segreto, mi costringe ad una attenzione. Lo stile, il fascino, sono un modo di essere , non uno zaino che prendi quando ti serve poi lo molli una volta esaurito il contenuto, quella è civetteria ... In una donna di stile osservi le movenze, il linguaggio, il portamento, il modo di parlare, noti le sue caratteristiche di sempre, non solo di quando è osservata. In una ragazza guardi la pelle fresca e le tette alte: nel giro di qualche anno però, quando tutto finisce, rivedi sua madre: era fascino? No, era civetteria fiancheggiata dalla giovinezza. Una donna di stile migliora con il tempo: Iris 93 anni non ha nulla a che fare con le donne normali, lei è Iris. Lo stile è un modo di essere, non si camuffa, non si maschera, è la cifra di alcune, di pochissime, che prendono il meglio della loro femminilità sobria, senza farla diventare sessismo, e ne fanno classe, charme. Ora la sovraesposizione di immagini, invece di evidenziare le differenze, ha confuso le definizioni. Questa cosa mi turba. Mi turba che le vere donne stilose siano confuse con chi usa la civetteria per abbindolare un maschio... Imparate i precetti e poi vedremo se ancora mi farete le linguacce. NAOMI