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La cialtroneria

mercoledì 31 ottobre 2012

LA NOIA

I sentimenti più sgradevoli, le incomprensioni più aspre, le depressioni più subdole, gli stati d’animo senza interpretazione, i vizi più incalliti, sorgono tutti da un medesimo ceppo di contagio: LA NOIA. Sì, la noia, insidia la mente, creando un circolo vizio al ribasso, secondo cui non c’è distrazione, interesse, competenza, migliore del nulla, e nel nulla ci si perde in sciocchezze che si trasformano in problemi seri, di difficile soluzione. La noia che coglie indistintamente maschi e femmine è ciò che logora l’io e i rapporti. Nelle coppie la noia fa catastrofi incalcolabili. Nel lavoro rende tutti infruttuosi, nella vita privata apre l’accesso al vizio. Se ci pensate bene la noia è sicuramente quanto di più pericoloso l’animo umano possa incontrare, dietro alla noia c’è il danno, sicuro.
Dice Baudelaire:
in mezzo agli sciacalli, alle pantere, alle linci,alle scimmie, agli scorpioni, agli avvoltoi, ai serpenti, ai mostri guaiolati, grufolanti, striscianti, del nostro infame serraglio di vizi,
uno è ancora più brutto, più cattivo, più immondo!Senza troppo agitarsi né gridare,vorrebbe dalla terra non lasciare che rovinee sbadigliando inghiottirebbe il mondo:
è la Noia!- Occhio greve d’un pianto involontario,fuma la pipa, sogna impiccagioni..Lo conosci, lettore, quel mostro delicato,-ipocrita lettore,-mio simile,-fratello!

Bellissimo vero? Secondo il poeta maledetto, la noia vorrebbe inghiottire chiunque lasciando solo rovine, la rovina di entusiasmi, intelletti appiattiti, neutralizzati dal vizio dei vizi, la noia sogna la rovina del genere umano che non pensando, non costruendo, non sognando,  si lascia distruggere suo malgrado. Fate mente locale e vedete se non è vero che proprio in un momento di noia la vostra vita ha preso una brutta piega… Allora la vita deve fondarsi sugli interessi, per se stessi e per gli altri, sulla costruzione, sulla propositività, sulla mente vivida fervida febbrile, sul fare e sull’agire, e non sul sonnecchiare indolenti pensieri di ozio…perchè l’ozio.. si sa è padre del vizio..
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a domani!

martedì 30 ottobre 2012

IL PENSIERO POSITIVO

Ieri una di voi care le mie lettrici, mi ha scritto parlandomi di Raffaele Morelli, nello specifico chiedendomi delle sue teorie, e del suo modo di vedere le cose. Premetto che ho una stima profonda di Morelli, ho letto suoi diversi testi, e in molte cose lo trovo assolutamente opportuno. In altre questioni il mio pensiero è più lontano dal suo, ma questo credo sia ovvio fra due persone che pensano con la loro testa. Comunque l’attenzione di oggi la voglio porre su uno dei punti in cui Morelli spesso insiste, e cioè il pensiero positivo che non esiste. In questo sono d’accordo, o meglio l’interpretazione per esteso di questo concetto è molto interessante. Morelli dice: il pensiero positivo non esiste, perché insistendo a pensare che stai bene, ma in realtà non ci stai, menti a te stesso, quindi il tuo pensare serve ad ingannarti, non ne puoi trarre beneficio. D’accordissimo, il mantra che a volte consigliano di farci: io sto bene, io sono intelligente, io sono bella, io sono vincente, io sono la migliore, non è una verità, è semplicemente un’opera di autoconvincimento che presto o tardi si scontrerà con la reale natura dei fatti, quindi se non sei la più brava, la più bella, la più intelligente, la tua autostima cadrà sotto ai piedi con conseguente depressione. Guardare invece la propria situazione con l’occhio reale, per come sono i fatti, e da lì cercare di migliorare, secondo il mio modo di vedere, è la vera autocura. Morelli dice di accettare la propria natura … e su questo, se state leggendo il mio libro, avrete notato che siamo d’accordo, ma poi a mio avviso, dalla consapevolezza di sé, deve partire anche un obiettivo verso cui lavorare. Cioè se non sono la più intelligente, non importa, ma curare il proprio intelletto, come si cura il viso con le creme, sicuramente porterà ad un risultato che con il tempo sarà visibile, in questo il pensiero positivo, non inteso come sono la meglio, ma come: posso migliorare, credo sia fondamentale. Il pensiero positivo di essere all’altezza di una situazione o di riuscire a creare un miglioramento, sulle REALI capacità, fa la differenza. Come l’intelligenza si impara, secondo la teoria di cui abbiamo parlato tempo fa, anche gli obiettivi per migliorarsi hanno bisogno di strategie per essere perseguiti, partendo da fatti reali, alla portata. Inutile pensare di voler diventare miliardario, se vivi in un contesto precario e facendo un lavoro comune, non è un pensiero realistico, realistico è pensare di poter migliorare la propria situazione rapportandola alla realtà. Lasciamo stare quelli che hanno avuto la botta di fortuna, non si può vivere la vita aspettando il colpo che cambierà l’esistenza, e intanto trascorrere la propria quotidianità in maniera indolente, senza costruire nulla. Gli obiettivi secondo me sono fondamentali, io per esempio per questo anno me ne ero posta 3 e ci sto ancora lavorando affinché possano essere almeno parzialmente raggiunti. Se non li raggiungerò non mi sentirò sconfitta, ma cercherò di analizzare cosa mi ha impedito di raggiungerli pienamente, lavorando sul deficit. Eccolo il pensiero positivo, ricominciare da dove sono arrivata; come in una staffetta in cui, di tanto in tanto, ci si può fermare e fare il punto della situazione, riposarsi e ripartire … perché una intera esistenza di corsa.. è impossibile.






A DOMANI!!!

lunedì 29 ottobre 2012

FRA CALDO E FREDDO

È arrivato il freddo, e io non sono mai pronta. Odio portare un sacco di panni, e non sopporto la temperatura bassa. Però stamane dall’idea del freddo mi è venuta la riflessione degli strati. Con il freddo ci si veste a strati, con il caldo si evitano quanti più strati possibili. L’animo umano è molto simile sapete. C’è qualcuno che nasconde il proprio io sotto una coltre spessa di strati, identificati come meccanismi di autodifesa, o di disinteresse, o di timidezza, o di egoismo, o di distanza di sicurezza dalle emozioni,comunque il punto è che molti si coprono di tanti abiti, affinché la sagoma del loro vero io, non si intuisca per lo spessore delle coperte. Entrare dentro questi animi non è cosa semplice, devi creare loro le condizioni adatte affinché siano disposti ad iniziare a togliere qualche strato, e si sentano a proprio agio con una temperatura diversa. Bisogna in un certo senso riscaldarli, scaldare un cuore che non si mette allo scoperto. Poi ci sono quelli che vivono perennemente in condizioni quasi di nudità, come fili scoperti si espongono ad ogni evento senza protezioni, con la sola forza del loro corpo, i contorni del loro io non solo si intuiscono ma sono talmente chiari da non poter essere ignorati. Sono già caldi, anzi roventi. Questa esposizione permanente, può essere pericolosa, perché la nudità  protratta porta ad inevitabili ferite. L’esposizione dell’io senza protezioni può causare un indurimento del derma facendo diventare insensibili, il famoso callo. Così dalla scena si possono concludere due cose banali ma interessanti: chi si schermisce è di solito più delicato, poco incline a fare il callo alla situazione, perché non vuole correre il rischio si farsi male, di mettersi a nudo, chi invece si presenta per quello che è, impavido, dapprima avrà sicuro delle grosse scottature..ma poi ci farà il callo. Uno non farà mai capire chi c’è sotto la coltre di panni, l’altro si farà conoscere subito, senza filtri essendo disposto a correre il rischio di essere se stesso. Non giudico nessuno, ne un modo, ne un altro, sono approcci diversi alla vita, atteggiamenti che seguono indole diverse, non è giusto o sbagliato nessuno, sono semplicemente modi distanti con cui interagire. Diverse calibrature da mettere appunto per poter trattare con ognuno … spaziando fra caldo e freddo..
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A DOMANI

sabato 27 ottobre 2012

LA RECENSIONE DI ROSSO REGALE!

Oggi vi posto la recensione che hanno fatto del mio libro le ragazze di Rosso Regale:

Non siamo critici letterari, quindi lontane da noi le classiche considerazioni da libro.
Ma alcune di noi, prima di mettersi a disegnare carabattole, sono state qualche decennio nel mondo della moda, quindi qualcosina lì la conosciamo.
Abbiamo...ricevuto Naomit72@ il libro di Naomi Tolentinati e ora ve lo raccontiamo.
Non è un romanzo, non c’è una trama da afferrare al volo dopo il primo capitolo ma, pagina per pagina, si scopre la trama sottile dell’amicizia, un diario di bordo, conversazione tra donne.
E questo ci è piaciuto moltissimo.
Il plus del libro è che esso stesso è “disegnato” come un diario, un’elegantissima moleskine da completare con i propri pensieri. Bello, chic, un po’ dark, ci piace da morire!
Ora voi direte – questa è matta – ma io ho un’autentica fissazione per i font, penso che siamo il fiore all’occhiello di ogni presentazione di testo, da un libro a un curriculum vitae, da una lettera al font del telefonino. C’era un altro che aveva questa fissazione, il suo nome è Steve Jobs.
Beh il font utilizzato da Naomi è bello, elegante e racconta già di cosa parla il libro, è il biglietto da visita perfetto per un libro che parla anche di stile. Anche, non solo.
Gli argomenti sono tanti e si prestano a esser letti anche in ordine sparso, così, a seconda dell’umore. E questo ci trascina in una dimensione nuova.
Un libro interattivo che fa sorridere, ridere a crepapelle, sognare e riflettere. Con garbo diventa spunto per altre conversazioni fra donne, le vostre appunto.

www.rossoregale.com
GRAZIE!!!!








A LUNEDì!!!!

venerdì 26 ottobre 2012

PRO, NON CONTRO!

Ho quaranta anni, tre figli, una vita alle spalle un po’ complicata, una passione, molti interessi, sulla carta sono una come tante, ed è così. Sono una di voi, una come tante che ogni mattino si mette i guantoni e inizia la sua battaglia quotidiana con la vita. Ma perché ci si deve sempre scontrare con la vita? Non si potrebbe andare d’accordo, a braccetto con l’esistenza? Sarebbe più facile no? Macchè ogni giorno una questione che ti riduce ai minimi termini la voglia di essere una donna di principio. Tu ad insistere a stare lassù, quando le stronzate ti riportano giù, una corrente di cose inutili ti fa affondare, una contraddizione in termini ma è così. Perché ci arrabbiamo? Per il capo ufficio che è un deficiente, per quello che non si ferma allo stop, per la fila alle poste, per l’ufficio delle Entrate che pensa di avere solo il nostro indirizzo a cui scrivere, per il vicino che mette sempre il sacco del differenziato davanti alla nostra porta. Stronzate, ma stronzate che fanno prendere un sapore sgradevole alla giornata. Poi ci sono gli imprevisti, la macchina si rompe, il figlio che si fa male, l’amica che tampona, il marito che fa tardi, la suocera che casca, la lavatrice che si rompe. Pensate riunite in una giornata tre o quattro casistiche di quelle elencate, arrivi alla fine della giornata incazzata con mamma di averti messo al mondo. Non c’è donna che non si trovi a combattere con queste e molte altre cose….io le ho fatte semplici per limitare l’affanno; per questo ogni giorno ognuna di noi si mette il guantone da combattimento. Ma la vita non dovrebbe essere interpretata come contro, ma pro, pensando alla vita come ad una questione ci si pone già sul piede di guerra, infatti qualcuno è perennemente incazzato, ma che ha? Niente è incazzato con la vita. La vita va affrontata pro, a favore, l’ottica cambia e lo spirito diventa positivo, non di guerreggiare ma di accompagnarsi verso esperienze, conoscenze e modi di fare che non si devono combattere ma acquisire, imparare, condividere. Ma chi esce di casa con questo spirito? Nessuno. Li vedi la mattina in macchina tutti già nervosi, tristi, con gli occhi allampanati e sono solo le 8! Tutto da rifare tutto da re-imparare, almeno il piglio con cui affrontare un nuovo giorno, in pace con la vita se non proprio con gli altri. Il punto è che la vita è fatta dagli altri e dai loro nervosismi che diventano i nostri. Un circolo vizioso, lo so, ma che fatica. Io cerco di uscirci con il sorriso, e credo che chi mi conosce, raramente si ricorda di non avermi visto accompagnare un saluto da un sorriso. Un binomio per iniziare a non combattere la vita ma prenderla sotto braccio verso una direzione comune non contro, pro…




A DOMANI!

giovedì 25 ottobre 2012

UMORISMO VS IRONIA

Buon giorno!! Qual è la vostra passione? La mia sono le parole…
Amo disquisire e ricercare parole. Nella parola per me è sempre racchiuso un mondo, un modo, una storia, uno dei miei passatempi preferiti è sfogliare il Dizionario Etimologico e scoprire cose che magari non sapevo, o fare riflessioni su cose cui non avevo mai pensato. Qualche giorno fa mi sono iceppata su due termini: umorismo e ironia. Entrambi i termini inducono ad una risata, all’ilarità, ma partono con diverse prerogative.
Ironia deriva dal greco “eironeia” che significa: ipocrisia, falsità, finta ignoranza. Che cosa c’entra questo significato con ironia? La radice della parola si riconduce ad una modalità di Socrate, il mestro per far arrivare il suo interlocutore ad una risposta, o ad una conclusione, faceva finta di essere “uno che non sa”, il termine dunque nasce dalla dissimulazione del maetro a far ricercare la risposta tramite un proprio ragionamento, per arrivare ad una conclusione autonomamente.
Umorismo invece deriva dal latino: Humorert, ad indicare l’umidita, o un liquido, e che c’entra anche questo con la risata? Il termine si avvicina alla traduzione greca che indica sempre il significato di bagnato, umido, il motivo di questa traduzione risiede nel fatto che nella medicina ippocratica veniva attribuito ai fluidi (appunto gli umori), l’influenza sulla salute e sull’indole degli uomini, questa convinzione dunque si riconduceva in maniera imprescindibile con l’emotività, il carattere distintivo di ciò che è umano.
Umorismo, insito nella natura umana, ironia come forma di dissimulazione. Diverse definizioni eppure molto simili nella manifestazione. L’ironia spesso scende nel sarcasmo, atto a ferire ed offendere chi ne è il bersaglio, ridicolizzando e svilendo l’additato. L’umorismo invece è la capacità intelligente ed estremamente sottile di rappresentare l’aspetto comico della realtà, il cui bersaglio non è un tizio in particolare, ma la natura umana che a volte decontestualizzata da tutto diventa davvero, secondo Emerson, Ridicola.
Nonostante entrambe le modalità portino a farsi una bella risata, l’ironia ti fa ridere di… l’umorismo ti fa ridere con.. come a dire “ma guarda come sei stupido che non ci arrivi, svegliati”, o cosa ben diversa dire: “ma quanto siamo stupidi a volte, tutti quanti”. Socrate probabilmente non lo faceva con lo spirito di ridicolizzare nessuno, ma si sa che di Socrate ce n’è stato uno, e per il resto ci sono uomini che non perdono occasione a mettere alla berlina qualcuno che in un momento di confusione può aver fatto o compiuto una leggerezza, “ah ah ah guardati quanto sei stupido” messaggio ironico. Ridere di se stessi,invece, è una grande forma di autentico umorismo, se chi ti è davanti è intelligene almeno quanto te capirà che prendendo in giro te stesso, dimostri di non sentirti superiore a nessuno, e l’altro intuirà senza travisazioni, che molto spesso anche i suoi atteggiamenti sono ridicoli, almeno quanto i tuoi, pari “ah ah ah quanto siamo stupidi”. Diverso è?  L’umorismo è una grande forma di intelligenza, forse la più grande, la capacità di cogliere una verità sacrosanta ma dirla ridendo è sicuramente il modo più leggero, ma certo, di arrivare ad una vera forma di saggezza, ridere dello zimbello di turno è così semplice, ma ridere di se stessi e per estensione della natura umana, è ben altra cosa, non basta l’osservazione di un comportamento per ricavarci sopra la battuta, bisoga studiare più profondamente l’animo umano, per comprendere le contraddizione in cui puntualemente cade, e concludere che l’uomo a volte inteso nel modo universale del termine, è l’unico essere capace, come dice Pirandello, di essere come il dio Giano, bifronte, ingrado di sucitare pianto e riso nello stesso tempo, il sentimento del contrario. L’uomo oscilla come un pendolo impazzito, fra il bisogno di certezze, e il bisgno di aderire alla realtà più ferrea che per assurdo non ha nessuna certezza, come siamo ridicoli, TUTTI però, no uno si, e uno no… capito questo il mondo avrà fatto un grosso balzo in avanti…mah…bisogna capirle le parole prima di pronunciale…

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A DOMANI!

mercoledì 24 ottobre 2012

TENDENZE

Ci stiamo davvero addentrando a quella che è la stagione più complessa per vestirsi, l’inverno. Vi ho parlato talmente tanto tempo fa delle tendenze per l’inverno che adesso, il momento di indossarle, magari ve le siete dimenticate …. La moda va talmente veloce con le presentazioni della SS13, che il corrente (invernale) mi sembra già vecchio di secoli anche se non lo è … fatta questa premessa stamane vi voglio fare un breve riassunto dei temi dell’inverno.
Tre sono i capi saldi: la pelliccia, il barocco, la pelle. Intorno a questi tre temi, più o meno tutti hanno sviluppato la loro versione di donna.
La pelliccia indossata in ogni modo e maniera, da Fendi ha il suo respiro più ampio e dal piglio più personale, un intero abito di pelliccia quasi da squaw, bellissima. Meravigliosi sono i cappelli fiabeschi di Marc Jacobs che ci hanno incantato come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Il barocco, trova la sua massima espressione nella collezione di Dolce & Gabbana, metri di ricami in filo oro adornano una collezione opulenta trasbordante di bello, di accessori preziosi, vistosi, e unici.
Il pantalone, se deve essere, è in pelle, i più belli sono quelli di Balmain una linea inimitabile, il taglio è ad opera d’arte, il pantalone diventa il focus attorno al quale ruota giorno e sera.
A fare da contorno a queste tre premesse troviamo altri pezzi interessanti, uno su tutti la cappa. La cappa si vede già da un paio di stagioni Valentino l’ha riproposta ed ha trovato ampio consenso in tutte le passerelle successive. La cappa è il pezzo da avere, semplice da indossare e semplice da abbinare, molteplici i materiali con cui si può realizzare, ma di sicuro effetto sempre.
Un dettaglio che si inizia a intravedere da Prada e Vuitton sono i pantaloni portati sotto agli abiti, in pochi ancora hanno fatto caso a questo dettaglio, ma sono certa che nel giro di un paio di stagioni sarà una tendenza consolidata.
Da non trascurare giacche e cappotti che hanno il sapore dell’alta uniforme, vedi quelle di Ferragamo che sono splendide. Lo stile maschile è molto apprezzato quello di Gautier, e quello di Hermes forse il più bello.
Il colore spazia dal rosa, vedi il celebre cappotto di Jil Sander, all’arancio, altro celebre pezzo l’abito sottoveste di Givency. Ci sono anche punte di blu elettrico, visto sia da Chanel che da Lanvin, ma il nero assoluto resta la vera tendenza. Le pietre impreziosiscono abiti e giacche guarda Prada che ha messo pietre dure e colorate ovunque, e Lanvin che ha letteralmente tempestato i suoi tubini con ricami di pietre che sembrano vere e proprie incrostazioni. Altro trend su tutti è il pizzo che da ampio margine alle trasparenze al nude look ma senza essere volgare, guarda Dolce & Gabbana o Gucci, con l’abito in tulle e organza nero.
Le scarpe sono sandali, ma le più belle sono quelle con il cinturino, di Prada e Louis Vuitton: M E R A V I G L I O S E!! Lo stivale di Gucci da cavallo è anch’esso bellissimo ed allineato davvero alla stagione …
Ecco poche premesse ma precise su quelle che sono le tendenze per questa stagione autunno inverno 2012/13…se avete domande: CHIEDETE!