venerdì 24 febbraio 2023
La Moda e la sua Isteria
Ho l’impressione che nel mondo del fashion system, spesso sfugga il senso e lo spirito della moda stessa come istituzione legata ad arte, cinema, artigianato e manifattura.
Se non viene considerata per ciò che è rischia di diventare plastica, modo per appararsi, senza capire alla radice il concetto e l’arte ad essa collegata.
Diventa quindi futilità, effimero. Astratta dal contesto presa come abito, scarpa, borsa, è fine a se stessa. L’errore che a volte facciamo è di diventare succubi delle tendeze dominate da un oggetto, invece di condividere un concetto.
In alcuni casi diventiamo talmente vulnerabili da non saper più scegliere da sole, fino a sembrare un burattino nel teatro dello stile, coprendoci di idee, ma senza averne una propria, o quantomeno senza capire l’idea che si sta indossando.
Quando ciò accade la moda vissuta con isteria, non è più espressione d’arte, ma solo bisogno di omologazione a modelli standard: una sorta di abiura da sé per assomigliare ad un perfetto estraneo. Si può vivere la moda, giocare con essa, ma senza prendersi e prenderla troppo sul serio. Saperla usare con il giusto spirito e con giudizio, e senza diventare in alcune occasioni e contesti “ridicole”.
Ci sono una serie di icone che hanno fatto la moda e segnato uno stile, è la dimostrazione che con la moda bisogna interagire e non subire.
Scegliere e capire perché si sceglie. Non aver paura di essere in controtendenza, perché lo stile lo fa l’individuo, non la massa.
Capire un oggetto e perché è stato concepito in un certo modo, è comprendere il concetto; l’informazione e la cultura, sono il valore aggiunto ad un pezzo che può raccontare una storia a patto di conoscerla.
Diversamente resta e rimane un oggetto inanimato che serve solo al piacere degli occhi, o a volte neanche a quello ma puro stasus symbol, il peggiore dei modi. La moda è cultura, sapere, provenienza, appartenenza.
Naomi
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