Post in evidenza

La cialtroneria

lunedì 19 gennaio 2015

SILENZIO

C'è chi parla sconsideratamente come con colpi di spada- dice il saggio, io aggiungo, che c'è chi non si premura di accendere neanche la testa quando parla. La gente respira altrimenti stramazza, e in mezzo ai respiri, ci lancia delle parole, invettive: non ponderate, non pensate, non provate, non veritiere, non accurate, non opportune, non convenevoli. Fiato alle trombe. Sanno tutto, tutti. Cosa Sanno? NIENTE. La gente non sa niente, e si permette di tracciare il tuo profilo lungo decenni: fatto di incontri, di amori, di amici, di esperienze, di culture, di insuccessi, di malattie, di difficolta economiche, di viaggi, di libri letti, di dipinti, di musica, di fatti lunghi appunto una vita, inimitabili e non paragonabili. - Lo so io come sei fatto- Ci sono giorni in cui direi una fila di parolacce imbarazzanti a tutti coloro che si permettono tanto. Iniziando da -tu non sai un c.... e la tua lingua è buona solo all'ofidismo, cioè ad iniettar veleni.- Non sappiamo,non intuiamo,la porta massima o minima che possa essere dietro ad ognuno, non è una colpa è un limite. Fate un conto, quante persone vi conoscono Davvero? Di quanti potete essere certi, che possano descrivervi come realmente Siete? Uno? Due? Tre sono già troppi. So di non sapere. E siccome lo so,sto zitto, e aspetto che il tempo mi insegni, se sarò capace di coglierne i segni, altrimenti che si continui in silenzio. Meno danni, meno inganni, meno stronzate. Prima pensa, e se pensi vedrai che starai in silenzio.

lunedì 12 gennaio 2015

PRETESTO

Io non sono Charlie, perché mi hanno imposto altro nome. Io come tutti. In questi giorni si e' deciso di cambiare nome. Un pretesto per indossare abiti nuovi. Lo disse lo stesso direttore di Charlie: i mussulmani cercano un pretesto. Anche noi. Siamo tutti a caccia di un pretesto per far saltare la miccia. Non siamo ne solidali, ne buoni, siamo a caccia di appigli per dire che non ci sopportiamo. Io non le tollero più le farse. La gara a chi è meglio: nessuno. Non ci sto. Stimo la coerenza. Se scegli di vivere entro una filosofia, lo fai come modo, non come occasione. Il pretesto è un alibi che legalizza il pensiero, quello che non si può dire, perché non è corretto, non è civile, e diventiamo peggiori degli stessi fautori del male. Allora Combattere per la propria libertà, senza cercare pretesti, Farlo perché è giusto, Viverlo perché lo si crede, senza prevaricare; questo significa dare valore al proprio nome. Metterci la faccia, non mostrarsi di tre quarti. Non pretesti, non espedienti per uscirne puliti, ma concetti: assimilati,elaborati e trasformati in modo di vivere. Gandhi, che stimo davvero, predicava a ragione, di Essere il Cambiamento che Volevi vedere. Se facciamo finta di sopportarci, potremmo tutti imporci un nuovo nome, che sarà l'ennesimo PRETESTO, per litigare, per uccidere. La verità:bisogna dirsi la verità e lavorare su di essa, arrivare ad un compromesso leale, che non nasconda il trabocchetto, altrimenti è tutto finto. Tutto vano. Tutti nomi prestati.

giovedì 8 gennaio 2015

NUOVE MODELLE

Celine ha come protagonista della sua campagna pubblicitaria una ottantenne. Mi piace. Tutto ciò che rompe gli schemi costanti, noiosi, mi attrae;la modella non modella, mi suscita una reazione. Me la ricordo. Quindi, funziona. Ma lasciando stare i sistemi matematici di marketing, penso davvero ci sia un cambiamento vero nei canoni di stile e bellezza. Il Pirelli posato da una curvy, le Adv affidate a donne mature, il canone si sposta su bellezze eterogenee, dove ognuna racconta una diversa essenza di femminilità, ma sempre intrigante. Non ho nulla contro le baby modelle, se non il fatto che non mi suscitano nessuna interesse. Troppo acerbe, senza una definizione di personalità, e di conseguenza di femminilità. Le nuove possibilità, e le diverse forme messe sotto ai riflettori, impongono un nuovo modo di guardare alle donne, un nuovo modo di considerare bello un mood. Sarà ancora un processo lungo,ma è stato iniziato; è un po come quando i pittori sono passati dal ritrarre regine, alle serve: avevano una diversa allure, erano più intriganti.Lo stesso si voglia per le donne del nuovo millennio, ognuna, a prescindere dall'età, ha una femminilità da raccontare, da mostrare, che nulla toglie a quella di giovani donne le quali mostrano il lato migliore del favore dell'età, ma non possono garantirne per il futuro. Ogni fase del tempo ha un fascino, e finalmente qualcuno ha iniziato a farne modo o "modella" di vita. A mostrarlo.

lunedì 5 gennaio 2015

OGGI

Ho preso il caffè, ho scorso le notizie, Pino Daniele è morto. Mi è subito venuta in mente la scena, dove è con Troisi, mentre canta "Tu dimmi quando, quando.." de "Pensavo fosse amore, invece era un calesse", ad un certo punto il testo dice: -non guardarmi adesso, sono stanco, perché penso al futuro..-e continua - siamo angeli che cercano un sorriso.." Non lo so come mi è arrivata, però questa idea del pensiero del futuro che stanca, che sfigura il viso, mi ha tanto impressionato perché è proprio vero. Le elucubrazioni del domani provano la fatica di oggi. Una fatica estenuante, quasi insostenibile. La mente è capace di una combustione talmente elevata da lasciare senza risorse, tanto da cambiare una fisionomia. Cerchiamo tutti un sorriso, quello che regala il profilo migliore, che illumina lo sguardo e rasserena la fronte. La realtà vista con realismo, che non trascende nella razionalità nichilista. Questo è cercare un sorriso, non aggrottare la fronte per un futuro intelligibile, e non rammaricarsi del presente che regala ancora un respiro. L'inanita' del pensiero costante di domani,il pensiero edace, divorante, ci fa diventare brutti oggi, ci fa perdere completamente l'aurea attraente di un sorriso che conquista. Tu Dimmi quando? Mi viene di dire: ora. Senza perdere tempo, il sorriso di ora, le parole di ora, il futuro di ora. Senza farsi vincere dalla paura del domani. I latini dicevano: vae victus, cioè guai ai vinti. Guai ai cattivi pensieri, cercando sempre un sorriso..Oggi