Post in evidenza

La cialtroneria

venerdì 21 agosto 2015

ANNIBALE HA BUSSATO

Tutti ci scegliamo. Uomo/donna, amica/amica, amico/ amico, capo/sottoposto. Ci scegliamo per esclusione, per caso, per ripiego, per compagnia, per associazione, per merito, per simpatia, per antipatia, per comodità, per vicinanza, per tolleranza, per forza, per debolezza, per rispetto, per compassione, per opportunismo, per stanchezza, per sicurezza, per istituzione, per geografia, per odori, per mezzi, per concorso, per malinconia, per calcolo, per miseria, per povertà. Qualunque sia il caso qui elencato e non, siamo una serie fortuita di caso/scelta. Il caso dell'individuo, la scelta della circostanza. Quasi mai ci si sceglie per volere, per elezione, per consapevolezza. Tutto accade ad interim, senza avere il tempo di un rewind, per valutare come, quando o perché. Ci si trova in mezzo a situazioni, relazioni, posizioni e ruoli, in contumacia, condannati anche se il fatto non sussiste, gravati di figure e situazioni non corrispondenti alla realtà di ognuno, ma assorbiti per vicinanza, per consumo, per legame. Ti trovi con Annibale alle porte, e non sai come ci è arrivato, non lo hai scelto, ma una serie di circostanze/caso, lo hanno condotto al tuo uscio. Ci si dovrebbe scegliere solo per elezione, la preferenza è una scelta vagliata fra tante, è cercare ciò che fa per te, che assume le tue sembianze, il tuo mondo, e il tuo modo. Eleggersi e mantenere la reggenza per merito e scelta, invece che franarsi addosso e subire la paralisi del caso ha voluto. Ma Annibale ha già bussato, e si salvi chi può.

lunedì 17 agosto 2015

ESSEN

I genitori si sentono sotto accusa. Che sorpresa è? Ho la netta sensazione che, noi genitori di questi tempi moderni, non abbiamo ben chiara l'assegnazione del ruolo. Se tuoi figlio va in coma etilico a 14 anni, secondo te, chi è il diretto interessato? Sempre colpa degli altri. Cosa manca ai ragazzi? Tutto. Apparentemente non manca loro nulla, ma in realtà, sono foderati di apatia, noia, disinteresse, depressione. Non sono pensanti, e badate bene, sono tutti uguali, perché i genitori che dicono il mio è diverso, hanno già la situazione fuori portata. Sono gli adulti che devono riempire l'anima dei ragazzi, scegliere le doti da coltivare. Alla nascita sono dei contenitori, i contenuti vengono poi, in base all'ambiente e alle persone che lo formano. Siamo adulti distratti, e i ragazzi rimangono senza contenuti, o meglio, pieni di vanità. Non si misurano con nulla, non si temprano con niente, non hanno fame e non hanno sete, non sono stanchi, pieni di diritti senza doveri. Abbiamo creato leggi per la loro tutela, e li facciamo sballare in Pre adolescenza. E la Colpa? Sempre degli altri. Lo stato, il pusher, gli amici: i genitori mai. Assenza di concorso di colpa. Ci fosse Primo Levi, ad osservare questa generazione di soli, ce ne direbbe, a ragione, di tutti i colori. Quando il tuo obiettivo è: non morire di fame, non morire di freddo, e non morire di lavoro, la voglia di sballarti ti si passa. Quando il tuo scopo è riuscire a prendere il fondo della zuppa perché non è solo acqua, e riesci a mangiare come un "essen", come un uomo, e non come un "fressen" come le bestie, queste priorità ti fanno passare la noia del troppo. Ma è possibile che si debba arrivare a tanto, per fermarsi in Tempo? Possibile che non abbiamo la misura del vivere dignitosamente, senza diventate "fressen" ne a causa della mancanza di cibo, ne a accusa dell'eccesso di Vizi? Da " Se questo è un uomo" " Alberto dice che la fame e il pane in tasca sono addendi di segni contrario, che si elidono automaticamente a vicenda e non possono coesistere nello stesso individuo" Così come l'adolescenza e la mancanza di attenzione, di vigilanza, di interesse. A volte la scusa di lasciare loro la libertà, è un lasciapassare timbrato per genitori interessati ad altro. Quando arrivi alla sbarra è già tardi; bisogna essere sulla torre della sentinella per evitare il banco degli imputati. Voglio crescere dei figli con lo scopo di "essen", E che Dio mi aiuti a non scaricare le colpe. Naomi Tolentinati

martedì 11 agosto 2015

SE LO SAPESSE MIO NONNO...

Il millennio ha la stessa età di un adolescente, e da tale si comporta. Pieno di entusiasmo, ma senza esperienza; giovane nelle idee, ma senza i soldi per attuarle; colto ma distratto, "potrebbe fare meglio però non si impegna"; senza rughe, e senza cuore. Deve maturare, maturare e prendere le misure con la modernità e le sue declinazioni. La figura dei dilettanti allo sbaraglio, la fanno anche i vecchi che sembrano aver perso la cognizione di come, quando e perché. Il loro sapere andava bene per il novecento, ora, per il nuovo, servono altre informazioni ed altri registri, ma nessun annuario che li ponderi. Insieme all'incoscienza dei giorni, passano fatti gravi e sistemi deformati, tutto prende una piega incognita, una marcia che non ha collaudo. Che generazione sarà la generazione Y? Quanta parte di cervello neutralizzera' l'entusiasmo del cyberspazio e cyberterra? Quante misurate in piena fronte dovrà prendere il giovane millennio per Imparare? Dice Shakespeare: "Per vie traverse, puntate oblique e con mezzi indiretti scopriamo la giusta direzione che ci occorre." E noi, insieme al nostro millennio, così faremo, diventeremo grandi facendo tentativi, approssimazioni, ed esperimenti, tutto giocando. Abbiamo la sindrome del secolo che viviamo: l'adolescenza incauta perpetua. Adolescenti con capelli bianchi e denti da latte. Se lo sapesse mio nonno...