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La cialtroneria

lunedì 21 maggio 2012

DIOGENE E LA GIUSTIZIA

Stamane ho pensato molto di cosa parlare ed a cosa dare peso. Il fine settimana è stato pieno di accadimenti preoccupanti, inquietanti, ed il dovere di cronaca imporrebbe di parlare di bombe, terremoti, crisi economica ecc.. poi mi sono detta che pur essendo giusto parlarne non avrebbe risolto nulla e non sarebbe stato neanche un po’ incoraggiante per affrontare un nuovo lunedì, come gli altri, meglio o peggio poco importa, ma comunque l’inizio di una settimana che deve dare un risultato, un programma, un lavoro. Allora come combattere le notizie opprimenti che non danno scampo e speranza?? Alle vittime non possiamo fare nulla se non pensare a loro come a capri espiatori di empietà. Ma per poter far cambiare rotta a questo mondo folle che ci vuole?? Quale binario bisogna prendere? Il treno è in corsa e senza controllo, la società dà segni evidenti di follia, e di indifferenza. Questo è il danno più grave: l’indifferenza della maggioranza. Per 5 pazzi ci dovrebbero essere 95 sani, che però non usano la loro sanità per correggere e neutralizzare i folli, ma usano la loro presunta lucidità per soddisfare il loro ego e le loro aspettative. E così con questa noncuranza diffusa nessuno più si prende la briga di combattere una battaglia vera, schierata, nessun fronte unito morale a contenere episodi di ordinaria follia. L’aria che permea il sistema sembra putrefatta e in questo avvelenamento generale, ci si dimentica della regola dell’integrità, della rettitudine. Si allevano ragazzi senza porli davanti ad obiettivi virtuosi, solo vizi, concessioni, e smanie di protagonismo. Ma se non educhiamo i figli alla solidarietà, anche i 95 sani potrebbero scendere di numero, fino a diventare così esiguo che per trovare una persona che faccia il bene servirà davvero la lampada come a Diogene il cinico, il quale se ne girava per Atene in cerca di un uomo giusto. Un uomo giusto… e dov’è? Non c’è, non c’è più nessuno che si possa definire giusto, perché ormai si sono persi anche i precetti che determinano la giustizia. Che tristezza. Tornando a Diogene rise degli uomini si appassionava ad Ulisse, ma che trascuravano le proprie sofferenze, come non prendeva sul serio gli uomini che facevano lunghi discorsi sul far rispettare la verità senza praticarla….non è la storia che si ripete??? Non vedete grosse similitudini? Il fine supremo della filosofia di Diogene era quello del raggiungimento della virtù attraverso veri sacrifici. Il fine supremo del nostro filosofeggiare è: come arrivare alla notorietà, come fregare il prossimo, come mettere in ombra chi prova a darci fastidio, come prevaricare, come vendicarci, come speculare su tutti ed un lungo elenco di vizi praticati più o meno gravemente asseconda del contesto sociale…. Una risposta lapidaria diede il grande Diogene ad Alessandro Magno che chiese al filosofo cosa potesse fare per lui, come potesse servirlo,  gli rispose: “Puoi toglierti dalla luce del sole.” Ecco questo sarebbe un ottimo inizio, togliendoci dalla luce del sole potremmo iniziare a metterci nella luce giusta, verso il senno, verso la sanità.

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