Domani in America è il famoso e atteso “Election Day”, che cade sempre il martedì di ogni quarto anno dopo il primo lunedì di novembre. La battaglia fra Obama e Romney è stata come sempre molto sentita, ognuno insiste sui propri concetti portandoli avanti con convinzione. Opposti ovviamente, ma chiari. Io sono lontana dalla politica come l’equatore dai poli ma devo dire che Obama mi piace, nonostante tutto dà l’impressione di uno che ci crede, passati quattro anni ancora sembra uno con la faccia pulita, ovvio che adesso si solleveranno le polveri, con quello che non ha mantenuto e compagnia cantante, ma spesso neanche io non riesco a mantenere una promessa fatta ai figli, perché le circostanze non sono sempre serve delle esigenze. Inutile fare recriminazioni, è un uomo, e cerca di fare del suo meglio, poi c’è anche da dire che qualcuno nasce per il partito del contrario, quindi per quanto bene tu possa fare ti diranno che sei un’incapace. A me Obama da fiducia, e non dimentico mai che è un uomo di colore, evviva, anche un non bianco può essere potente, questo ci dovrebbe far dimenticare, nella nostra mentalità provinciale, che i ragazzi di colore non vendono solo gli accendini, se si potesse dare loro un’occasione, possono diventare Presidente degli Stati Uniti d’America. Nessuna preclusione, una mente pensante non ha colore razza etnia, è una mente che pensa e basta. Sulle loro politiche non discuto, ognuno fa scelte in base allo schieramento, Obama di liberalizzazione Romney di contenimento, mi sembra ovvio viste le loro opposte fazioni. Stamane il Financial Times dice che Obama è la scelta più saggia per l’America in crisi. Poi ad essere onesti la scappata di Romney circa l’Italia, un po’ di irretimento ce lo ha fatto venire. È vero che abbiamo poco da risentirci, ma magari essere portati alla berlina, non è nel sentimento nazionale un’aspirazione delle migliori. Comunque ogni volta che assisto alla campagna elettorale americana, una riflessione mi viene sempre naturale, gli americani trattano la politica con una serietà quasi religiosa, che noi italiani non riusciamo neanche ad approssimare. Le nostre elezioni sembrano le recite paesane che scimmiottano le grandi opere teatrali, dilettanti alle prese con concetti intuiti. Forse dopo tanti secoli di potere accentrato solo sul re o sul Papa, siamo talmente disabituati a capire cosa sia la vera politica, (perché non c’è mai stata la “necessità” di farla), che è normale non si intuisca la vera natura della politica democratica, la nostra storia ci ha talmente forgiato, come è giusto che sia per ogni civiltà, che oggi ancora non riusciamo a metabolizzare nuovi sistemi, nuovi concetti. Metabolizzare implica non saperlo come concetto, ma viverlo, ecco il punto non riusciamo ancora a vivere di questi concetti, li guardiamo da lontano come una bella esposizione di quadri, di cui ci si riempie gli occhi, ma all’atto pratico la nostra vita non ne è toccata. Probabilmente gli USA essendo nati come stato Federale hanno nel loro DNA il senso della vera politica, quella seria. Anche loro hanno le loro vergogne lo so, anche loro hanno le loro belle marachelle da coprire, ma forse lo sanno fare con più stile, perché ragazze: lo stile è fondamentale… SEMPRE! A domani e che vinca il migliore!
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A DOMANI!!!
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