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La cialtroneria

lunedì 12 novembre 2012

CONFRONTO

Oggi sono stanca, per meglio dire cotta, sono stati due giorni intensi, ho parlato tanto, e quando ho un evento cerco di dare il meglio di me, questo mi toglie un sacco di energie, che poi tornano ovviamente, ma qualche ora di ripresa me ce la vuole. Confrontarsi con alcune di voi è sempre molto piacevole, c’è uno scambio equo fra quello che do e quello che ricevo, quindi nessuno rimane sfornito, io do a te, tu dai a me, e tutti dovremmo avere qualcosa in più grazie al confronto. Con Paolo ho fatto questo discorso l’altra sera, Paolo è uno dei co-scrittori di Lavoricidi, e la riflessione che abbiamo fatto, è proprio quella secondo cui a volte tu credi di confrontarti con terzi, il punto però è che la maggioranza parte da un presupposto sbagliato, quello cioè che nell’esposizione degli argomenti devono assolutamente convincere, la loro vittoria è solo la persuasione, illustrano, danno spiegazioni delle loro ragioni e filosofie, volendo la meglio; la cosa tragica dopo tanto impegno, è che l’altro pensandola esattamente come il tizio sopra nominato, parte dallo stesso presupposto, ha la sua teoria ed è talmente concentrato a non perdere i suoi punti, da non coglie alcun messaggio o spunto della riflessione dell’altro, irrompe per altri temi che hanno come obiettivo solo quello di fare azione di contrasto, mancando di vero interesse gli aspetti salienti del discorso gli sfuggo, spesso travisandoli, è a questo punto come diceva giustamente Paolo, che il confronto diventa scontro, lite, tensione. Il vero confronto dovrebbe essere fatto con l’intento di non voler catechizzare nessuno, e tantomeno di insultarsi, o volere la meglio. Sarebbe auspicabile, almeno dopo aver ascoltato qualcuno, trovare l’aspetto a noi più congeniale, e riuscire ad incastralo nella nostra macchina celebrale come un ingranaggio piccolo, infinitesimale forse, ma che aiuta a fare funzionare meglio il programma. Se ascolti qualcuno con aria di sufficienza, quello non si può considerare un scambio, ma una sfida, per scambio si intende che ci si metta sullo stesso piano, e grazie alla predisposizione mentale aperta come un grand’angolo, e non concepita come l’obbiettivo stretto di un cilindro, il pensiero altrui diventi uno scenario nuovo, diverso, aggiunto. Quello che qualcuno ci espone come un suo pensiero, senza volerci convincere, può diventare un ulteriore soggetto da inquadrare nel nostro obiettivo, non l’unico, ma comunque contestaulizzato, dimensionato ad personam, componendo un pensiero più strutturato e meno circoscritto. Quella famosa apertura mentale, viene solo grazie al confronto vero, non fasullo,farlocco, faccio finta di ascoltarti ma non credo ad una parola, per intenderci. Per un vero confronto non si parte  dalla convinzione di convincere, ma da quella di imparare, la polemica porta di solito a non costruire, l’ascolto invece struttura. Il confronto arricchisce!

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A DOMANI!

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