Osservando da spettatrice il mondo della moda, volte ho l’impressione che spesso sfugga alla maggioranza il vero senso e spirito della moda stessa come istituzione legata ad altri mondi fra cui arte, cinema, artigianato e manifatture. Molti di coloro che vivono il mondo dello stile ne comprendono le contraddizioni macroscopiche. Se non viene considerata per quello che è, la moda rischia di diventare plastica, modo per appararsi, senza capirne alla radice il concetto e l’arte ad essa collegata. Diventa quindi futilità, effimero. Astratta dal contesto presa come abito, scarpa, borsa, è fine a se stessa. L’errore che a volte fanno le donne è di diventare succubi delle tendeze, dominate da un oggetto, invece di condividere un concetto. In alcuni casi diventano talmente vulnerabili da non saper più scegliere da sole, fino a sembrare un burattino nel teatro dello stile, coprendosi di idee, ma senza averne una propria, o quantomeno senza capire l’idea che indossano. Quando ciò accade la moda vissuta con isteria, non è più espressione d’arte, ma solo bisogno di omologazione a modelli standard: una sorta di abiura da sé per assomigliare ad un perfetto estraneo. Si può vivere la moda, giocare con essa, ma senza prendersi e prenderla troppo sul serio, saperla usare con il giusto spirito, e con giudizio, e senza diventare in alcune occasioni e contesti “ridicole”. Ci sono una serie di icone che hanno fatto la moda e segnato uno stile, è la dimostrazione che con la moda bisogna interagire e non subire. Scegliere e capire perché si sceglie, non aver paura di essere in controtendenza, perché lo stile lo fa l’individuo, non la massa. Capire da dove viene un oggetto e perché è stato concepito in un certo modo, è comprendere il concetto, l’informazione e la cultura, sono quello che recano il valore aggiunto ad un pezzo che può raccontare una storia se la si conosce, altrimenti resta e rimane un oggetto inanimato che serve solo al piacere degli occhi, o a volte neanche al piacere quanto ad uno stasus symbol, il peggiore dei modi di interpretare ed amare la moda. La moda è cultura, sapere, provenire. Il risultato ultimo è un pezzo su un manichino, ma chiedersi come ci è arrivato sul quel manichino, chi lo ha pensato, cosa ha pensato, ripercorrere uno storico, è farsi raccontare il segreto che cela in sé un abito qualsiasi che non parla ma sa molto…basta scoprirlo.
A DOMANI!
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