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La cialtroneria

mercoledì 18 luglio 2012

LA FOTOGRAFIA

Ho una foto di quando ero piccola e mangiavo una mela, con dei riccioli lunghi e bellissimi e delle gambe pasciute e generose. Avevo non più di un anno e mezzo e quella foto fatta da un conoscente che per me aveva un’ammirazione infinita è sopravvissuta quarant’anni come la foto più bella che ho di quando ero bambina. Una foto, se è ben fatta è come un bel quadro, passa agli anni come la testimonianza di qualcosa e qualcuno che ha avuto un buon occhio e molto spirito di osservazione.
Chi ama la fotografia, oltre ad essere un esteta, di solito è anche uno che coglie i dettagli, un grande osservatore, uno che vede oltre le apparenze. Contestualizzare una situazione una persona, una storia, con uno scatto è davvero difficile. Si devono allineare una serie di fattori per la riuscita di uno scatto: soggetto, location, e luce. La luce a detta dei grandi fotografi, è l’essenza di una foto, tutto si fonda sull’effetto che la luce ha sul soggetto. Il sapore di mistero, la sensazione di avere dinanzi qualcuno dell’aspetto salubre, o il contrario, l’aria sensuale, un fare fiero, è una questione di luce. Senza luce non c’è foto, come senza colore non c’è quadro.
Questi e molti altri fattori fanno di una foto, una bella foto, una foto che poi forse verrà esposta, venduta, pubblicata. La differenza fra le foto che faccio io (pessime perché l’arte della fotografia è davvero assente dal mio DNA) e quelle di un professionista non è altro che la capacità di cogliere con il colpo d’occhio una storia.
Difficilissimo. Per questo chi ci riesce, sa stravolgere o modificare talmente tanto il soggetto, fino a chiedersi se sia o meno chi pensiamo noi. Da sempre essendo appassionata di moda amo la fotografia, i grandi fotografi che ho ammirato, sono coloro che possiedono un senso in più, oltre alla vista hanno l’interpretazione. Ho visto migliaia di belle foto, e più le osservo e più mi convinco che l’arte di saper fare fotografia non è un’arte inferiore a nessuna. Lo potete osservare da soli facendo dei semplici paragoni fra una foto di Irvin Penn e una foto qualunque da catalogo. Un fotografo non ritrae un capo, ma la storia che quel capo vuole raccontare. Mi viene un paragone così semplice e anche divertente che però credo faccia intendere quello che voglio dire. Da piccola mia cugina comperava Vogue, lo consumavo, mamma invece era abbonata a Postalmarket, rabbrividivo. Nonostante fossi stata piccola la differenza fra l’occhio che ritraeva la stessa cosa (un abito) trasmetteva un arte che sembrava non avesse vasi comunicanti tanto l’effetto era distante.
Io non saprò mai fare delle belle foto…ma le ammirerò sempre ogni volta che un occhio sensibile le saprà ritrarre..
FOTO TRATTE DALLA GALLERIA CARLA SOZZANI MOSTRA 101 FOTO DAL 19 LUGLIO.










A domani!

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