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La cialtroneria

giovedì 9 maggio 2019

FLAMBOYANT.

E qui apriamo un tema meraviglioso, e cioè quello delle donne dinamiche, forti, piene di spunti e di personalità, un po’ gotiche, un po’ etniche, un po’ gipsy, ma anche tanto metropolitane, quindi a volte cariche, sgargianti, esagerate, ma anche no... Donne fiammeggianti, scoppiettanti, poliedriche, versatili, intelligenti. Che Dio ce ne mandi ad eserciti. Se sei così non puoi non trasmetterlo al mondo, se fai le scintille si vede, e non puoi tenerle nascoste, sarebbe un dannatissimo peccato contro l’umanità fashionista. Il tuo stile quindi per essere flamboyant deve eliminare ogni velo di incertezza, tristezza, malinconia, e comunicare un’immagine di te positiva, attraente, affascinante. Dal tuo mood, a volte carico ma padroneggiato con maestria, deve nascere la dipendenza di chi non vede l’ora di incontrarti e farà sembrare l’assenza una perdita. È questo il senso che diamo al termine Flamboyant, esattamente come fanno i grandi chef francesi quando incendiano il flambè, voi dovete incendiare chi vi guarda di sorpresa.

martedì 30 aprile 2019

COLORQUAKE

Provate a farvi una foto vestite di nero, e poi provate a farvene una invece con un outfit colorato. Risultato: il secondo rende in foto molto di più del primo. Il colore è vita, basta guardarsi intorno per capire che in natura il non colore non esiste, tutto ha un pigmento che rivela una sfumatura cromatica che imprime una sensazione e una caratteristica. Il Colore è Vivacità, è Allegra, è Attrazione, è Vita. Il colore è uno stato d’animo si sa e nei colori scuri di solito cerchiamo una via di defilazione dal mondo e dagli occhi indiscreti, l’essere non visti e giudicati. Però, la vita non può essere sempre nera. Anche se il grande YSL diceva che non esiste un nero, ma dei neri, ci sarà il momento in cui la vostra anima chiederà necessariamente il colore, e quello sarà il vostro momento più splendente, radioso, femminile. Approfittatene. Ve lo dice una che ha passato metà della sua vita in nero. C’è un momento in cui davvero non puoi più tollerarti senza colore,senza luce, senza tridimensionalità: vuoi vederti diversa, e con il nero questo effetto non lo potrai mai riprodurre. Vestire perennemente di nero è come essere sempre in assenza di luce, come guardare la TV in bianco e nero e le signorine buona sera. Sui colori da adottare per ognuna, vanno valutati asseconda del proprio sottotono. Ognuna di noi ha dei colori che la esaltano ed altri che la devastano, dipende se siete calde o fredde, e non è una battuta a sfondo sessuale … l’analisi del colore è una cosa fondamentale da fare per poter usare i toni a proprio vantaggio. Farsi fare una valutazione da una persona esperta è fondamentale per non sbagliare i propri outfit. Quanti colori mettere insieme? Dipende, mixare i colori è una vera abilità, c’è qualcuna che già con due fa casini, e qualche altra anche con quattro è perfettamente bilanciata, l’abilità è nel colpo d’occhio. Colori complementari o perfettamente opposti è la regola di base. Nel mezzo ci può essere un immenso cattivo gusto. Nel prossimo articolo parleremo anche del nero e del bianco cioè i due non colori, uno inflazionato e l’altro non abbastanza interpretato. Intanto fate una prova con un outfit colorato e inviatemelo, lo valuteremo insieme.

venerdì 26 aprile 2019

BIZARRE

Quando vedo una donna vestita in modo noioso, mi verrebbe voglia di chiederle che problemi abbia. La noia uccide, la mancanza di colore, l’assenza di nuove forme, la banalità, minano la voglia di mettersi in gioco. La noia ti paralizza il cervello, perchè nella noia c’è la morte lenta della fantasia e della creatività. Se guardando una persona non ti viene nessuna curiosità, nessuno spunto o rimando, allora ciò significa che quella donna quel giorno ha perso una grande opportunità di farsi ricordare. La creatività non è dote ad uso e consumo esclusivo degli artisti, la creatività è patrimonio universale, bisogna solo avere voglia di usarla. Come applicare questo concetto nello stile di ogni giorno? Cercando un modo per sorprendere prima di tutto noi stesse, essendo tutte costrette ad una esibizione quotidiana, dovremmo almeno cercare di renderla scintillante. Una leggera stravaganza, moderata da un grande savoir-fair, donano una nota peculiare al tuo stile. Il tocco di follia, aiuta ad affrontare la giornata e le situazioni, con un non sense diverso. Vincente. La necessita della diversità è la traduzione più fedele del concetto di bizarre. Questa diversità ricercata si insinua come esigenze giornaliera nelle donne che vogliono mantenere la loro identità forte senza sembrare dei manichini sterili. Il bizarre è il piccolo colpo di genio ad un outfit che sembra impeccabile ma anche troppo. Pensate a Diane per esempio che portava i maglioni al contrario … era Bizarre ma era l’imperatrice di un sistema moda che ascoltava e si ispirava a lei. Quindi per essere muse, a volte, bisogna essere capaci di andare fuori dagli schemi, provare il contrario dell’ovvio e aggiustare il tiro se serve.

martedì 16 aprile 2019

ALLURE

L’allure è ciò che ti distingue da tutto e tutti. È un alone che tuo malgrado emani anche se porti una tuta sudata e un jeans immondo. È una fascinazione misteriosa che alcuni riescono a provocare sugli altri a prescindere dal sesso o dall’ estrazione sociale. L’allure è tuo malgrado, perché è un fare dal quale non ci si stacca mai, è parte dell’essere, è una forma di moderna signorilità, è un modo di porsi, è una gestualità, un tono di voce, un incedere certo, una andatura elegante, è un modo di essere, fa parte di te: SEI TU. L’allure è un dono non replicabile, perché innato, e perché riesce ad interpretare una visione personale della vita che spesso nasce da una grande passione che diventa attitudine. L’allure è una perfetta fusione e alchimia fra sorriso, postura, tono di voce, e personalità. È una personalità prismatica capace di illuminare una stanza. L’allure ha anche a che fare con il sensus vagus, cioè la consapevolezza e la padronanza del corpo, il portamento che ti colloca correttamente e pienamente nell’ambito in cui ti trovi. L’allure è un’aurea che tutti notano, è un altro passo, non è narcisismo, è una dote dell’anima. Una sottile vanità che non infastidisce, ma conquista, una civetteria silenziosa che non morde la coda delle altre donne. Personalmente definirei l’allure come un soft power, un glam-factor essenziale per lasciare un segno di unicità, la donna che è piena di allure non è volgare, non è troppo timida, non è insicura, è in un certo senso lontana e vicina nel contempo ad una realtà che forgia al suo essere. L’allure dunque è un potere immenso che ti pone al centro di un sistema senza che tu abbia fatto il minimo sforzo, è un soffio. Il punto è poi saperlo sfruttare, ma questo è un altro discorso

giovedì 11 aprile 2019

COME NASCE LA MODA

L’eleganza vera non è solo questione di guardaroba: ha a che fare con l’anima, è una straordinaria sensibilità al gusto, all’arte, a modi garbati che necessariamente riflettono un fare signorile. Ognuno riflette quel che è, e anche se qualcuno prova a camuffarlo alla fine verrà fuori. Perdura un fraintendimento lungo decenni, cioè che la donna stilosa sia anche una che segue rigidamente la moda. È vero il contrario. Sapete come nasce la moda? Dall’osservazione, e dall’esigenza delle consumatrici. C’è un lavoro che la maggior parte della gente ignora, si chiama cool hunter. Questa figura, osserva le tendenze di donne con uno spiccato gusto e stile, e una volta fatto lo scouting, portano sul tavolo dello stilista il risultato della loro ricerca, lo stilista valuta quella tendenza/esigenza e ci crea una collezione. Quindi la moda non la fanno gli stilisti,gli stilisti danno una chiave di lettura personale ad una esigenza, la moda la fanno delle consumatrici più attente di altre, quelle che: “sono la moda”. Quando poi la tendenza è esplosa, le altre meno attente seguono la corrente che sfocia in ogni store di basso o altissimo target. Uno stilista non è così pazzo da fare una collezione sulla base di nulla, o di un suo capriccio. Crea per soddisfare un’esigenza. Quella è la famosa tendenza. Quindi: La moda è strettamente legata allo stile, pur non essendo lo stile una moda, comunque una non sopravvivrebbe senza l’altro. Questo perché la moda è proposta che muta costantemente per soddisfare la voglia di nuovo, la voglia di risultare diverse, ma comunque questa voglia deve sempre essere interpretata con stile. Ecco spiegato il famoso connubio:moda/stile. La moda è la scelta dell’involucro col quale presentarti al mondo, ma lo stile è l’impressione indelebile e il messaggio che farai passare di te, sia consciamente che non. Da questa riflessione nasce la necessità di avere un’attenzione particolare al proprio stile, perché così saremo ricordate, dall’impressione che la nostra presenza crea negli altri. Se chiedeste alle vostre amiche di definirvi con tre aggettivi, almeno uno sarebbe legato al vostro modo di porvi, quindi al vostro stile? Quali sarebbero le prime tre cose che verrebbero in mente legate alla vostra figura? Provate a fare questo esperimento e vedrete subito se siete sulla giusta strada. (è ovvio che questo esperimento va fatto con gente che vi conosce bene e non vuole solo compiacervi, la sincerità è formativa) Se l’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare, diciamo che lo stile è l’impronta o la caratteristica dell’essere.

lunedì 8 aprile 2019

....LA MODA E' COME LA MATEMATICA....

Se lo stile è figlio dell’autostima, è presto detto che sono di second’ordine un aspetto da top model e un portafoglio da magnate. È così, non storcete il faccino, è possibile diventare stilose e maestre, anche con un aspetto normale ed un budget limitato. È tutta questione di abilità, chi è più brava a scegliere, e fa funzionare la testa, otterrà risultati eccezionali. Nelle prossime pagine vedremo proprio come fare questo. Ricordate: la moda si compra anche a buon prezzo in questo momento storico, ma lo stile no, quello è innato, e non è a buon mercato, è una questione di disciplina, grazia, savoir-faire: è quel non so che, che ti rende diversa da tutte le altre. Irresistibile. Quindi giocatela bene questa occasione che la vita ti fornisce, perché se ti chiedi come mai la gente a volte non si accorge di te, forse la risposta è proprio questa, cioè non hai giocato bene le tue carte. Lo stile va di pari passo con l’attitudine, più sarai di mente aperta, e pronta ad accogliere le novità e le proposte, (a volte anche ardite), e più l’insieme delle tue scelte e dei tuoi mood risentiranno di commistioni e contaminazioni cosmopolite che tanto aiutano a creare un contesto unico . Una vera icona di stile, infrange le regole e ignora le tendenze, Coco diceva: -io non Faccio la moda, io Sono la moda-, ecco diciamo che, realisticamente rapportato alla nostra esperienza e vita e soprattutto non peccando di superbia, possiamo pensare che questo sarebbe l’atteggiamento giusto, quello cioè di non subire pesantemente dei sistemi che a volte schifiamo, ma di crearli a nostro piacimento, ad uso e consumo. È ovvio che per creare un proprio sistema, bisogna avere un minimo di base da cui iniziare, perché creare presuppone che tu conosca la materia alla quale ti accingi a lavorare. Per questo motivo è necessario gettare i precetti fondamentali dello stile. Lo stile è come la matematica, quando hai capito le proprietà delle quattro operazioni fondamentali sai tutto, perché tutto si riconduce ad esse. Ma quelle quattro le devi proprio sapere bene, altrimenti sarai il prodotto di una divisione, o l’addendo di una sottrazione … e prenderesti un bel quattro.

giovedì 4 aprile 2019

... TI DEVI PIACERE...

Lo stile però, per essere inossidabile, deve passare necessariamente dalla fiducia in se stesse, una donna sicura attrae, trasmette una vibrazione alla quale non puoi rimanere indifferente. Una donna che si muove con eleganza, contegno, autocontrollo, cattura l’attenzione più che una bella ma non calibrata nei modi. La fiducia in te stessa, oltre che essere una medicina per l’anima, è il miglior modo di dire al mondo che ti ami e ti rispetti. Il tuo messaggio è semplice: mi vesto per me. Noi ci si mette in pompa per un uomo, o per un matrimonio, lo si fa ogni santo giorno, solo ed esclusivamente per se stesse, per avere il piacere, e la necessità, di guardarsi e dirsi: “Mi piaccio”. Da qui inizia la costruzione del tuo stile, dall’accettarti e dal conoscerti talmente bene, da rendere attraenti anche i tuoi difetti. Quando una donna diventa musa di stessa, e della sua femminilità evoluta, matura ed affermata, diventa una dea alla quale difficilmente si sfuggirà. La sicurezza non ha nulla a che fare con la bellezza, la sicurezza è un atteggiamento universale, la bellezza una condizione soggettiva. Quindi possiamo essere tutte affascinanti, a patto di volerlo, a patto di creare in noi stesse la condizione mentale favorevole per una buona autostima, e una incrollabile sicurezza. Analizzando le icone di tutti i tempi, si nota che raramente sono state donne belle in modo assoluto, anzi a volte le si ricorda proprio per un macro difetto, ma indubbiamente sono state TUTTE donne sicure, piene di personalità, che hanno fatto dei loro difetti i loro punti di forza. Non esiste femmina senza difetti, partendo da questo presupposto si capisce che il successo è tutto nella testa, nell’attitudine con la quale ti poni al mondo e a te stessa. Nulla rende una donna più bella, della convinzione di esserlo davvero. Non è utopia, è un atteggiamento positivo. La bellezza delle donne sicure, viene da dentro, emanano una grande energia, la bellezza che procede da dentro a fuori è un processo inarrestabile, tutto quello che ci costruisci sopra, con un minimo di gusto e ricerca, diventa: fantastico. BACI NAOMI

lunedì 1 aprile 2019

....CONTINUANDO A PARLARE DI STILE....

Continua il nostro trattato sullo stile.... L’etimologia del termine ci aiuta a capire meglio questo termine usato e abusato. Stile: stìlus, penna, dalla radice stig- pungere. In antichità lo stilo era la penna con cui si scriveva sulla tavoletta di cera incidendola. Ulteriore significato è stato poi attribuito a questo termine, tanto da far prendere alla parola stile una diversa accezione di grande spessore, è diventato infatti sinonimo di un’eleganza di pensiero enorme: lo stile diventa il modo di scrivere proprio di una persona, quindi la rivelazione del suo pensiero. Lo stile dunque diventa tutto ciò che caratterizza una persona sotto un profilo estetico, squisito e vasto. (C’è da fare un inciso: L’insieme dei tratti formali che individuano uno stile non sono fissi, ma tendono a modificarsi sia storicamente che geograficamente. Quindi lo stile ha a che fare con nozioni variabili nel tempo e nello spazio). Lo stile comprende il complesso delle scelte, e dei mezzi espressivi che costituiscono l’impronta peculiare di ognuno. Lo stile è eleganza di pensiero, che sa comportarsi convenientemente, con signorilità e padronanza. Lo stile crea entusiasmo e attenzione, non è atteggiarsi, è vivere la propria storia, creare la propria favola, o dare senso ad una realtà che non sempre ti rende giustizia. Una donna di stile dunque, è una donna che fornita una estrema accuratezza di linguaggio, gestualità e immagine, sa comportarsi in ogni contesto, situazione e ambiente; lo stile è ciò che rende una donna irresistibile, intrigante, accattivante, affascinante, capace di sedurre, e “Self Interpretation”. Continua... al prossimo post mercoledi

giovedì 28 marzo 2019

IL TUO STILE

Per diventare stilosa, devi prima dire a te stessa che donna vuoi essere, ed AGIRE di conseguenza. Il volere senza l’agire rimane un pensiero ad occhi aperti … trasognante e non risolutore, quindi di nessuna utilità nella ricerca del tuo mood. Non si costruisce uno stile proprio senza un’immagine chiara nella mente. Non pensate che ispirarsi significhi mancanza di personalità, perché ogni stile va adeguato al proprio modo di essere, di vivere, alla propria professione e possibilità economica, ma da un principio, o da un idea bisogna iniziare. Tutte abbiamo copiato qualche donna celebre che ci ha ispirato,perché in quella donna ci siamo riviste e perché in qualche modo la moda è un corso e un ricorso. L’abilità sta nel far proprio quel modo, dandogli una vera impronta personale, è un po' come comperare un mobile grezzo e costumizzarlo. È così che lascerai una traccia: mettendoci del tuo. Devi far in modo che chi ti osserva lo faccia con piacere, con curiosità e con ammirazione. Essere trasparente al mondo non ti aiuterà nel tuo corso di affermazione, ma neanche essere prepotente o di cattivo gusto. Lo stile spiccato è caratterizzato da tanti piccoli accorgimenti impercettibili che ti fanno risultare gradevole e ben educata. A cosa o a chi ti ispiri poco conta, l’importante è avere una musa, una mentore, un modello di comparazione, o di semplice osservazione quale incipit. Quello è l’inizio del lavoro, è sperimentare il proprio percorso verso la creazione di un mood personale, che diventi la tua cifra: il tuo stile. A presto con il continuo Baci Naomi

giovedì 21 marzo 2019

LO STILE

Essere donna è una fatica immensa, ma anche un immenso e irrinunciabile divertimento. Se usi appieno, tutto quello che la natura ti fornisce come capitale per mettere a punto la tua femminilità, sarai una donna imbattibile, sicura, sexy e terribilmente interessante. Cavalchiamo ogni giorno strade colme di gente convinta di avere un’identità, ma è più spesso omologata e omogenea ad un tessuto sociale grigio. È così che perdiamo puntuali occasioni di essere divine, appiattendoci con la massa che non ha la voglia, la personalità e la verve di dire: IO SONO. A questo serve costruirsi uno stile personale, a dire: IO SONO. La tua affermazione come identità sociale e personale, passa, oltre che dal tuo spessore intellettivo e culturale, anche dal modo in cui ti presenti. Stile, intelligenza e humor, sono i tre dogmi del genere femminile. Se non hai umorismo rischi di essere rigida come la pertica della palestra, se non sei intelligente ti additeranno sempre come l’oca di turno e se non hai stile ti eviteranno come la peste. Quindi hai delle valide motivazione per coltivare i tre ingredienti fondamentali per diventare una Donna Donna.. Immagine esteriore e filosofia di vita sono strettamente collegate: se ti ami e ti stimi, il tuo aspetto lo rivela. Nonostante tutte abbiamo le nostre debolezze e fragilità, avere un aspetto curato, sicuro e attento, è il primo modo di dire agli altri che non vogliamo essere maltrattate, e che vogliamo essere rispettate. Dunque lo stile serve a crearci una veste sociale che lanci messaggi definiti, chiari, e una cifra identificativa di comunicazione inequivocabile con il mondo. Del termine “stile” si abusa puntualmente come del termine “politica”, tanto che tutti ne parlano ma nessuno sa in realtà cosa sia. Di politica non mi interesso, ma di stile molto. Questo piccolo trattato ci aiuterà ad identificare e focalizzare tutte le pieghe dello stile, fino a riconoscerne e crearne uno tutto proprio. Seguimi e ti introdurrò nel modo dello stile e dei suoi apparati Naomi

mercoledì 20 marzo 2019

LE DONNE

Lo stile è il modo in cui ti presenti al mondo. Questo è. Che tu lo voglia o no il tuo modo di porti è il tuo messaggio universale: “IO sono Questa” È ovvio dunque, che nel tuo essere TU, ci devi mettere tutto l’impegno che la tua personalità richiede per non creare malintesi fra te e il mondo. In un periodo in cui la comunicazione è così importante e interi settori professionali si fondano su di essa, risulta difficile credere che ancora ci siano donne che non sappiano comunicarsi adeguatamente. Un peccato. È una regola: Non avrai una seconda possibilità di fare colpo al primo istante. Il primo è come il big bang: irripetibile. Questo significa che nella vita non devi mai farti trovare impreparata. Partendo da questo presupposto, cioè che lo stile è il nostro biglietto da visita al mondo, la nostra missione è quella di crearne uno personale, inconfondibile e inossidabile. Quando nasci donna, la tua apprensione - entro i primi tre anni e PER il resto di tutta la vita- è, e sarà la scelta del tuo guardaroba. Appena inizi a riconoscere i colori, capisci che qualcosa, nel modo in cui tua madre ti assembla, non ti convince. Pesti i piedi e lei non ti ascolta.Anzi fa di meglio, ti fotografa, così avrai le prove dei tuoi look improbabili impressi per tutta la vita nonostante la tua dichiarata disapprovazione. Eccoti, benvenuta dentro alla battaglia quotidiana degli outfit da fare e lezioni di stile da prendere. Benvenuta nel modo delle donne!

mercoledì 14 giugno 2017

CAPRE

Il pensiero è ciò che ci distingue da qualsiasi elemento dell’Universo. In Natura non c’è pensiero, c’è progetto. Trovi una programmazione pazzamente perfetta, che fa muovere ogni cosa con una precisione millenaria. Tutto imponente , tutto in orario, tutto sorprendente, tutto di gusto, tutto per un motivo, tutto in tondo, tutto che rispetta un incastro conseguente a ciò che viene dopo. Una catena perpetua che collega il sole alla luna, la luna al mare, il mare alla terra e la terra all’universo. Non troverete una falla perché non c’è. “Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Vele per l’insetto come per gli astri. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo della musica misteriosa, suonata in lontananza da un piffero invisibile” dice il grande Einstein. In questi termini di immensità, grandezza e sapienza, che se ci pensi fitto/ fitto ne esci pazzo, ci siamo noi. Eccoci, presenti … i fenomeni del Cosmo. E per fortuna che ci siamo noi che pensiamo … i geni dell’universo. Si vede no che siamo gente che pensa?! Oh e mi pare!! La natura poi ci ha fornito un’aggravante al nostro pensare, cioè la facoltà di DIRE ciò che pensiamo. Un casino sull’altro. Già perché se mentre ascolti l’armonia perfetta del piffero invisibile che muove un ritmo universale, ti capita poi di sentire lo stridore di un pensiero idiota, cioè un tre per due, tutto questo ti manda nel baratro dell’annullamento concettuale di pensiero universale. Cosa dice la gente? CAZZATE. Portiamo avanti lunghissime conversazione fondate sul NULLA. Fossero solo discorsi vuoti, uno si rassegna pure, dici è stupido e che gli fai, il problema è però, che oltre ai discorsi vuoti, e dichiaratamente stupidi, ci sono pure i discorsi CATTIVI, quelli che voltano a mettere in cattiva luce gli altri, che screditano persone e azioni; commenti gratuiti, che quasi mai trovano fondamento, acidia gratis a volontà. Il difetto di qualcuno è semplicemente: ESISTERE. Tu respiri? Allora devi per forza essere sporco, brutto e cattivo, e se vuoi che io parli bene di te, devi crepare, diventare polvere di stelle e allora, forse a quel punto, una cosa buona su di te la potrò anche dire (di solito mai rispondente al vero, quindi cazzate pure da morto). Ecco come viene usata la somma espressione del progetto della natura di farci pensare, tanto ingegno per dire: CAZZATE. Ci meriteremmo un asteroide in piena fronte, ogni volta che usiamo la testa per non essere utili nè agli altri, nè a noi stessi. Non è un discorso moralista o religioso (non aderisco a nessuno dei due movimenti) è un discorso etico. Secoli di invenzioni, di scoperte, di arte, pensieri sommi generati da grandi pensatori, per nutrire un’ignoranza attiva che consuma e degrada anche la più fiera delle manifestazioni minime di umanità. Pensieri che danno spettacolo di sé in modo patetico. Pensieri in piano, che non hanno nessuna profondità o tridimensionalità. . Il pensiero profondo,o tridimensionale, è un pensiero per certi versi onirico, che collega concetti, stratificazioni di idiomi personali volti ad edificare un modo di pensare e generare un modo di essere: l'anima individuale. Il pensiero verticale è un pensiero di costruzione, al contrario di quello piano che è di matita, senza incisione Per pensare in verticale, serve terreno su cui scavare, una testa che mantenga il suo peso specifico, non una testa col cervello disidratato come la frutta nei sacchetti. “Miserabile scusa per un puttaniere imputare i suoi istinti da capra a qualche costellazione” dice Shakespeare, spacciatori di cazzate che imputano i pensieri privi di senso alla Natura, la quale invece pur non pensando è l’espressione massima di perfezione. Capra, mangia sale e fa silenzio.

giovedì 4 maggio 2017

Yenkee

Quando dico stronzate, sappiate che non sono io a parlare, ma i miei ormoni. Gli ormoni sono il ventriloquo delle donne: tu pensi una cosa e quello te ne fa dire un’altra, vorresti comportarti da protocollo e invece fai un casino. Pensi di essere stabile, ma in realtà sei preda di una bipolarità, che a momenti alterni fa parlare te, ed altri i tuoi ormoni impazziti come il GRA di Roma. Perché da bambine eravamo tutte dolcissime, poi una volta diventate adolescenti siamo diventate acide come una ricottina al sole? Perché, essendo gli ormoni responsabili delle differenze fra uomini e donne, ed essendo noi più belle e più accessoriate, abbiamo dentro non un battaglione, ma l’esercito americano. I nostri sono allegri, fanno le scintille, sono a stelle e strisce, e cantano “The Star Splangled Banner”, non sono tristi come quelli degli uomini, che battono bandiera tedesca e c’hanno dei colori bruttissimi. Noi abbiamo gli ormoni di Washington e per militare un esercito di yankee devi essere per forza una Virago. Mamma da piccola non ti insegna che, oltre mettere a punto il collaudo: Principe Azzurro Cercasi-, devi fare la check list dei tuoi ormoni per poterli tenere a bada. Per quando lo vieni a sapere è tardi, vai alle medie e il tuo ipotalamo decide di lasciarli tutti insieme… FSH, LH, GnRh, HCG, Ossitocina, Prolattina, Estrogeni, Progesterone, quindi oltre al cambio dell’ora con duecento professori depressi, ti ritrovi pure col cambio degli ormoni che, giovani, non si tengono. Nel giro di due mesi passi da contenitore vuoto a incubatrice portatile. Un giorno hai gli estrogeni a fare gli straordinari, ingrassi come un tacchino, devi farti la ceretta, e ti ritrovi nell’ordine: la cellulite, la pancia, le pieghe sulla schiena, il giro vita evacuato e i baffi. Il giorno dopo è il progesterone a dare il cambio (tanto ormai ti sei sfasciata tutta) e ti scoppiano le tette, stai nervosa come l’esorcista e se non stai attenta hai anche la voce da vampiro, stai gonfia come un rospo, ti vedi brutta come la Versace e vorresti metterti il burqua. Il giorno dopo (se ci arrivi al giorno dopo) hai l’ossitocina a palla, e sei la mamma più amorevole del mondo, ma dopo dieci minuti questa bastarda si ritira come il mar Rosso e sei pronta a mangiare i tuoi figli come un criceto. Il testosterone poi? Che tanto il suo dovere non lo fa mai? Ecco i brufoli, i capelli grassi… ma di libido non c’è mai traccia…”la deficienza di testosterone nelle donne porta a mancanza di libido” il testosterone è deficiente, sappiatelo. Oh…poi il giro è corto donne, perché non è che uno dice- un paio di volte l’anno e avanti-, no, no, tutto sto circo si riallestisce ogni 28 giorni, e tu non ci stai dietro, perché come pensi di stare lucida cinque minuti, ecco che scade il ventottesimo giorno e ricominci..-mo ti viene da piangere e dopo ti viene da ridere, poi sei triste, poi hai caldo, poi hai freddo, poi non parli, poi ti stramazzano a terra le endorfine e sei depressa leopardiana con tanto di buchi neri e pessimismo cosmico. Il passo dall’amare il mondo intero come Madre Teresa, alla voglia incontrollata di avere un’arma chimica per fare fuori tutti, è corto come uno smalto di Kiko. Lunatiche? Bipolari. Niente, quando gli yenkee si mettono in postazione di assedio, e decidono che quella mattina devi essere incazzata, di pessimo umore e devi mandare tutti a fanculo, tu lo fai, e se ti chiedono – ma che hai?- niente, ho gli ormoni. Qualcosa da ribattere? Questo è il fio da pagare per quella diceria che le donne sono irresistibili, non siamo IR-resistibili siamo RE-sistite...agli yenkee.

sabato 1 aprile 2017

A PATTO CHE VI LAVIATE

Ma che pazienza che ci vuole. Io ero piccola e già non era una virtuosa di pazientite, figurarsi adesso che sono vecchia e acida. Non ho mai sopportato dover andare d’accordo per forza con tutti. Sono per la strategia che ci possiamo anche ignorare ogni tanto no? Quando facevo le elementari, la maestra mi metteva sempre vicino a ragazzino che puzzava, giuro che se chiudo gli occhi lo ricordo perfettamente. Per me era un supplizio dantesco, mamma mia che incubo. Passavo ore in apnea cercando di non inspirare, per poter evitare che i recettori del naso mi mandassero l’impulso dell’odore, in pratica cercavo di inibirmi uno dei cinque sensi, ma ho subito capito che contro natura non ci si va. E poi non si lavava le orecchie, oh non riuscivo a guardarlo perché mi turbava troppo. Ancora oggi, quando sono a distanza ravvicinata con qualcuno altezza testa, ho il terrore di guardargli le orecchie. Insomma io avrei voluto tirarmi su e dire: “Maestra o gli intima di lavarsi, oppure io qui non ci sto, me ne vado”. Invece niente, mi toccava subire la puzza che ancora oggi mi incuba. Poi odiavo questa cosa che maschi e femmine si dovessero mischiare per forza.” Tutti per mano bambini”, ma come e i germi? E lo streptococco? E la mano molliccia che non si scollava più? E no è! Mica veniamo al mondo per mano, veniamo al mondo da soli, un motivo ci sarà! Perché poi bisogna costringersi a fare cose per forza non lo capisco. Quel famoso libero arbitrio da piccoli te lo frantumano in cenere, e poi quando da adulto ti ricordi di averlo, fai danni mostruosi perché non ti hanno addestrato ad usarlo a dovere, visto che dovevi fare tutto quello che ti veniva detto. Poi la maestra ci snervava con questa storia dello stare tutti insieme: “Giocate tutti insieme bambini”. Io i maschi li trovavo molesti, confusionari, fastidiosi, violenti e puzzavano. Che paura avevano le insegnanti che poi non ci saremmo accoppiati a tempo debito? Se la mia avesse saputo che di maschi mi si sarebbe riempita la casa, magari mi mollava. Ci dicevano che serviva per imparare ad essere tolleranti. Beh sappiate che non ha funzionato, cambiate metodo. Siamo tutti divorziati, mezzi disagiati, insofferenti, nevrotici, vagamente bipolari, e gli uomini sono peggio di come erano da piccoli, continuano a puzzare, continuano ad essere violenti e continuano ad essere fastidiosi e a non trattare bene le femmine. Maestraaa Mi chiedo sempre quale sia il bilanciamento fra integrazione e invadenza. Non li volevo vicino quelli che puzzavano, per me era un’invadenza del mio stato. Quindi ero io a dovermi integrare a loro o loro a me? Cioè a me doveva star bene la puzza, perché in una società libera tu puoi non lavarti, e io devo stare zitta per non offenderti. Ma non sarebbe stato giusto dirgli, con i dovuti modi, che per starmi vicino volevo che profumasse, con conseguente miglioramento della sua persona? Cioè perché io devo essere costretta a integrarmi con qualcuno che non si sforza di integrarsi con me? Questo accanimento che dobbiamo per forza essere amici minando spazio e preferenze personali non mi piace, non funziona. Di sicuro la libertà di qualcuno sarà violata in nome del diritto dell’altro. Quindi? Dove ci si ferma? Un sano rispetto universale per tutti e una oculata ricerca di chi frequentare per sé, secondo me può funzionare. A patto che vi laviate ovvio…

mercoledì 23 marzo 2016

NOI SIAMO DIVERSI

Se ci fosse Oriana viva ce ne direbbe di tutti i colori. E avrebbe ragione. Siamo diventati smidollati in nome di una democrazia lassista. Oriana diceva che cullarci nell'indulgenza, nella tolleranza o nella speranza sarebbe stato un suicidio. Lei lo sapeva che i più intelligenti non stanno nelle caverne in Afganistan, ma stanno qui a casa nostra. Usando il suo linguaggio: "Si annidano nei gangli della nostra cultura e della nostra esistenza quotidiana. Vivono in una società che li ospita senza discutere le loro differenze, li accetta senza controllare le loro cattive intenzioni, e senza penalizzare le loro cattive intenzioni." Ecco qua che abbiamo guadagnato, nel pieno rispetto delle libertà di pensiero di tutti, ci siamo fatti il cappio. Sbagliato essere Democratici? Mai. Sbagliato rispettare le idee di Tutti? Mai. Sbagliato dare la possibilità di vivere il proprio credo a Chiunque? Mai. Cosa c'è di sbagliato allora? Usare la religione come pretesto e lasciarglielo fare. Permettere che le loro ottusità diventino il nostro incubo, in una società che aveva superato questi concetti. Oriana dice: al mondo c'è posto per tutti,- e a casa propria ognuno fa come gli pare, ma a casa propria; se a casa tua vuoi fucilare le donne che hanno un amante, oppure impiccare uno che scrive poesie, liberi di farlo se tutti stanno zitti. Ma da noi no. Il chador non lo vogliamo, e sposarci uno che ha quattro mogli neanche. NOI SIAMO DIVERSI. Ricordiamolo però, ricordiamo che noi siamo diversi, perché ABBIAMO voluto essere diversi. Con tutte queste storie di appiattimento di genere e cultura ci stiamo dimenticando l' A. B.C.Tina Anselmi altra grande donna, dice di stare attenti, di essere sempre a guardia perché le conquiste non sono mai definitive. E fa un bellissimo inciso quando sottolia che la normalità è il rispetto della norma, e la democrazia ha tanto bisogno di NORMALITÀ. Ricordiamolo che siamo normali, e che abbiamo rispetto per tutti, ma che PRETENDIAMO rispetto da tutti. HIC EST. Stiamo perdendo la dignità che il mondo civile aveva conquistato. I famosi inalienabili diritti, fra i quali quello alla vita e alla felicità, che fine hanno Fatto? Oh ma noi siamo quelli che aspirano alla felicità, e ci facciamo distruggere la vita da loro che manco cantano? Ma siamo narcotizzati, ecco che siamo. Non c'è bisogno di un battesimo o di un Allah qualunque, per avere una struttura, c'è bisogno di una coscienza, un'etica, una morale. Acquisizioni ben più complesse di un belare parole squinternate in un rosario di deliri. Ci vogliamo far Mangiare? Vogliamo che la culla della cultura sia mangiata da trogloditi Esaltati? La cultura del rispetto e dei diritti, mangiata dal videogioco dei Bruti di Polifemo? Il cilindro di Ciro ci sarebbe da sbatterglielo sulla testa a questi. È l'umanità ad essere grande, non Allah. Tutta l'umanità che si rispetta reciprocamente è grande, il resto non ci serve, non lo vogliamo, non sappiamo che farne. NOI SIAMO DIVERSI. Naomi Tolentinati

domenica 20 marzo 2016

MATURA

La maturità è la forma di espressione migliore dell'io. Maturo è compiuto, pieno, arrivato alla perfetta esposizione di sé,  fra colore, sapore, consistenza, gradevolezza. Così sono le persone, come i frutti quando sono fatti: Alla fine arriva la stagione Buona. Bastassero tre stagioni a far maturare la gente, sarebbe un mondo di colori meravigliosi.  Come si arriva alla Maturità? Qualcuno muore, ed ancora non sa di che parliamo, altri pensano di essere arrivati, ma non conoscono i parametri per indicare la sapidità o semplicemente l'aspetto maturo. Qualcuno davvero ci prova, ma gli mancano le condizioni; insomma fosse facile  diventare mela. Le credenziali per diventare grandi sono tappe obbligate attraverso le quali devi passare, altrimenti alla completezza non ci arriverai mai, e sarai sempre una mela verde che allega ai denti. Si cresce dietro sollecitazioni forti: La responsabilità verso un altro essere vivente, la gestione delle proprie risorse fisiche ed emotive, l'identificazione dei propri limiti oggettivi, la volontà di migliorare delle zone del proprio carattere che davvero non sono gradevoli, la capacità di mantenere con gli altri relazioni di qualità, la consapevolezza che di sicuro hai fatto del male a qualcuno, e ti viene voglia di chiedere  perdono, e non scusa, come fra due calciatori che hanno fatto un fallaccio.  Capire che non esiste nessuno che si possa trattare in corpore uili,  cioè facendo esperimenti come fossero esseri inutili. Mettere in fila una scala di valori che non sia rovesciata, rispetto a priorità in favore di desideri. Dare quel beneficio a chiunque, e fidarsi dell'amore di pochi. Imparare ad ascoltare oltre le parole, e agire prima delle richieste. Non dare credito ad ogni alito di vento, e tirarsi fuori da circoli viziosi che innescano dinamiche di nessun vantaggio. Intendere bene cosa sia sacrificarsi per qualcuno, e non avere mai il desiderio di rinfacciarlo. Tracciare il proprio solco senza seguire quello di un altro,  avere il coraggio delle proprie azioni e non scaricare responsabilità. Riuscire ad inclinare il piano della consapevolezza fino a fargli raggiungere la sponda della coerenza, questa credo in soldoni sia la maturità. A volte è non privarsi di un dramma che costruisce uno spessore. Insomma la vita facile, la discesa, il privilegio senza dazio, non sono propriamente i caselli in cui obliterare le proprie conquiste. La maturità che ho visto in pochissime persone è stata di solito il risultato di una vita complessa, piena di difficoltà, e costellata da poche concessioni. Di quelle persone ho un ricordo vivo, e una cristallina volontà di arrivarci. A me, manca ancora un po, ma cavolo se ci voglio arrivare, fosse l'ultima cosa prima di schiattare, dire: SONO MATURA. Naomi Tolentinati

sabato 12 marzo 2016

ADULANTI

"L'imitazione è la più sincera forma di adulazione." Così si dice... movimenti globali, nascono da questa stessa massima, come tendenze e modi di esprimersi che diventano virali... Mimare qualcuno è dire:" mi piaci, ti voglio assomigliare". Si imita il più ganzo, il più figo, il più accordato con la modernità. In questo gioco di similitudini che tocca tutti però, mi chiedo come mai, noi genitori che siamo i primi attori nella vita dei nostri figli, non riusciamo a farci imitare; i nostri figli non ci Adulano? O invece ci Adulano perfettamente, e quindi imitano di pari passo i nostri comportamenti, omettendo le nostre parole. Si, perché noi genitori abbiamo questo piccolo difettuccio, cioè dire una cosa, e comportarci esattamente al contrario. I figli da grandi copioni, ci imitano Sì, riproponendo integralmente ogni nostro comportamento che contravviene e contraddice le nostre parole. Chiediamo ai figli quello che noi non siamo capaci di fare a fatti, ma avanziamo a parole. I ragazzi sono coerenti, imitano, adulanti, tutti i nostri vizi, quelli che a voce condanniamo, ma a fatti pratichiamo. Incuranti di essere in contraddizione con noi stessi insistiamo sulla loro integerrima educazione, tralasciando completamente la nostra. Generazione di ragazzi maleducati... nata dalla mimica (a volte anche dalle parole) di adulti ineducati, risultato: cronache allucinanti di sere ordinarie. I figli imitano atteggiamenti e pensieri non detti, che valgono molto di più di messe cantate e tunichette da chierichetti. I ragazzi Capiscono tutto quello che vogliamo nascondere loro, o semplicemente comprendono alla perfezione le nostre inclinazioni e manchevolezze, che ci affanniamo a coprire con parole, facendole diventare un comportamento assunto in toto; il loro modo inconsapevole di denunciare le debolezze inconfessate dei genitori. Ci sono delle rare eccezioni, ma la regola di solito insegna che i figli sono uno specchio fedele di una realtà familiare spesso fatta di apparenza, di cocci messi insieme, di meschinità da cui non si riesce ad uscire, di teatrini imbastiti con attori scadenti i quali a volte danno il peggio di sé, imprigionando virtù e consapevolezza che li farebbe ostaggi di sé stessi. L'adulazione è una forma di adorazione- Sì i nostri figli ci adulano davvero, e come... talmente tanto da diventare copie di individui che pretendono dagli altri ciò di cui loro non sono capaci. Chiedono e avanzano contese esattamente come i loro genitori, che li travestono da buoni propositi. Camuffano le intenzioni dietro alle parole, ma i ragazzi che notoriamente non ascoltano le parole, ma capiscono solo le intenzioni annotano minuziosamente gelosie, vanità, biliosita', meschinità, tradimenti, prepotenze, arraffamenti, e arrampicate che non tengono conto di niente e nessuno. Il buon esempio nasce dell'esempio...... Di che vi Meravigliate? Figli Adulanti
Naomi Tolentinati

mercoledì 17 febbraio 2016

TE

Volo ut sis. Voglio tu sia ciò che sei. Voglio che tu conservi completa la tua interezza, tal rimarrai, così ti amerò. "Tu sia ciò che Sei". Che Sei? Chi Sei? Cosa Vuoi? Lo Sai? Cosa è rimasto della tua integrità di Bambina? Facile dire "voglio tu sia te stessa", a patto ci sia rimasta una TE da qualche parte che non abbia ceduto tutto alla necessità, al bisogno, all'urgenza, alle preoccupazioni, e alle obbligazioni delle responsabilità, della contingenza. "Amare è cogliere il TE lasciandolo essere". Può Essere? Il tuo essere accorda la Quotidianità? Va in rima con la Realtà? Dialoga con la tua impellenza? Vorresti essere aquila, ma non hai le ali. Vorresti essere regina ma non hai un regno. Vorresti essere TE, ma di te non c'è più traccia. Colpa? Necessità, adattamento, civiltà. Dicono sii te stesso. Quale te Stesso? Quello di prima, quello di ora, o quello di Dopo? Tutti sono TE, ma TE scanditi da una meridiana esatta, come il sole che passa, che si chiama adattamento. Perché solo gli adatti sono Sopravvissuti? Perché chi non si è adattato alla meridiana della metamorfisi si è estinto, quel TE, non era adatto alla vita. I TE non sono sempre quelli giusti, se l'era geologica non te lo consente ti devi adattare, evolvere, modificare, per non soccombere. Allora come far rimane il TE? E quale TE? A mio avviso il TE da salvare è quello del primo impulso, di quando eri bambina, curiosa, smaliziata, affidata alla vita senza mistificazioni. Quello che ti ha rovinato cara amica è il TE compromesso e ceduto al mondo. Amati e fatti amare per il tuo TE primitivo. Lasciato libero sarebbe sopravvissuto, messo in cattività non lo hai più trovato, è scomparso, addomesticato, plastificato, e messo in silenzio. Volo ut sis. Provaci, e se rimane un po di te che sia adatto alla sopravvivenza avrai vinto. Naomi Tolentinati

sabato 2 gennaio 2016

APPROSSIMATIVAMENTE

Subiamo una società di approssimazione, che vive nei dintorni di situazioni e questioni. Il regno dei tuttologi è monarchia di lungo corso, nulla di approfondito, tutto per sentito dire. Tramandiamo informazioni orali, senza accertarne le fonti. In questa fiera di tutto e niente, si sente solo un chiasso infernale. Nessuno che sappia raccontate la propria arte con definizione, descrizione, precisione. Il Risultato? Nessuno è più interessante di un circense improvvisato, che non sa baloccare neanche con le clavette. Stupire, insegnare, interessare non sono più verbi fedeli al loro significato. Lo stupore è relegato alla stupidità, l'insegnare a questioni che non hanno valore, l'interesse è limitato alla vita degli altri. Rimane? Approssimazione. Tutto galleggia in superficie, lontano da definizioni ed esattezze. La pragmatica, che dovrebbe dare corso ad una azione efficace sulla realtà, è inibita, perché ciò che dovrebbe essere inconfutabile sfugge, è labile, ed opinabile agli stessi fruitori. La realtà complessa confonde le idee, per affrontarla qualcuno invece di agire approfonditamente lo fa approssimativamente. Mancano gli elementi per fare delle discriminanti fra una cosa e l'altra, perché mancano le informazioni di base. Quelle nozioni fondamentali che si apprendono come rudimenti necessari, non sono esatte, sono approssimative, di conseguenza insufficienti a creare una risposta adeguata. Ecco come tutto si disintegra sotto ai piedi di una approssimata conoscenza, ed ottusa ignoranza. Nella proiezione fedele di desideri al limite dell'assurdo, e approssimazioni imbarazzanti così, qualcuno, crede che la realtà siano elfi e UFO, Babbo Natale, vergini orgiastiche nel paradiso dei profeti, e la lotta di potere americana alla Star Wars. Dice Shakespeare che il discernimento è la parte migliore del valore...... vi spiegate Qualcosa? Naomi Tolentinati

mercoledì 16 dicembre 2015

CARE MAMME...

Sono una mamma esausta, a volte sclerotica, sicuramente stressata. Cerco di portare avanti, più o meno brillantemente, miei impegni di lavoro, i miei impegni sociali, il libro che ho in stesura e che ancora non se la sente di dire: hai finito. A giorni mi sento inadeguata su tutto il fronte, altri mi arrenderei ancora prima di mettere i piedi fuori dal letto. A volte arranco, altre mi arrendo, a giorni la do vinta ai figli perché non ho la forza di discutere, e di essere persuasiva. Cerco di essere presente con tutti, ma volte non ci riesco con nessuno. Vorrei sorridere di più e incazzarmi di meno, aspiro ad arrivare ovunque e non scontentare chi amo, ma a volte faccio proprio dei gran casini, non di proposito, ma succede. Quando penso di aver sbagliato proprio tutto, e sono sul punto di mettermi un sacco, ecco mio figlio, che mi punta i suoi occhioni, come fari, e mi dice: "Mamma io sono proprio tanto Felice". Felice? Allora non ho sbagliato proprio tutto. Qualcosa la posso salvare. Forse tutto l'impegno che ci metto un po funziona. Certo, uno su cinque magari, perché sono lontana dall'ottimo anni luce, ma non è tutto da buttare. Allora care mamme, che vivete come me, in bilico fra un ce la posso fare, e un non ce la faccio piu, dico che se lo fate con sincerità, se lo fate come il meglio di quello che potete, avete già vinto. Avete vinto la felicità dei vostri figli, che sicuramente hanno tanti rimproveri da farvi, ma un grosso encomio da donarvi: il loro amore. Care mamme...ne vale la pena