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La cialtroneria

venerdì 12 ottobre 2012

IL SOGNO

IL SOGNO
Il sogno è nei meandri della nostra mente, trascende dalla nostra volontà: è sangue, è respiro, è sudore, è una fatica vinta. Nel sogno c’è la rivincita di una vita affidata alla precarietà e alla vulnerabilità. Una vita del cui buon esito non siamo certi, ma per la quale speriamo cose grandiose, perché si possano avverare, adempiere e realizzare. La trasfigurazione del nostro desiderio.
Il sogno è il mezzo che abbiamo per sperare che anche a noi possa essere destinata una vita perfetta, senza sbavature, senza brutte sorprese.
Vogliamo credere che un giorno tutto si risolverà per il meglio, e nella rivelazione del sogno poniamo le nostre ambizioni di fama, potere,gloria: da qui il desiderio del principe azzurro, della fortezza di un castello e di una vita  perfetta lontana da ombre,insicurezze e ansie.
Il sogno è di tutti anche per la donna normale che vuole sposare il principe e magari ci riesce. In alcuni frangenti storici  all’umanità non è stato neanche permesso di sognare e di sperare, nessuno poteva anelare neanche al necessario, solo capo chino e un gran silenzio di mente e cuore.
È per questo motivo che, chi realizza il sogno, inevitabilmente diventa modello, icona, stendardo di un fine conseguito, fonte di ammirazione e di emulazione. Il sogno può avverarsi, così ci nutriamo o illudiamo ancora, di speranze vere o fittizie senza pensare al pesante dazio da pagare in cambio, perché non c’è sogno che non coinvolga la realtà, terrena, umana, bassa,la vera vita. Il risvolto della medaglia esiste anche nei sogni più ambiziosi e desiderati. Ridestarsi alla realtà, dopo la realizzazione tanto sperata, agognata, a volte è una grande delusione. Già, perché nelle elucubrazioni della nostra immaginazione, ci siamo preparate tante volte alla coronazione dei nostri desideri e ci siamo immaginate cosa dire,come dirlo, quando dirlo,una preparazione maniacale di dettagli, particolari e scenografie, tutto programmato dal nostro desiderio, senza considerare che spesso il richiamo alla realtà, nonostante il sogno concretizzato, è una grande manciata di sale, una specie di flop. Meglio l’attesa che la realizzazione. Nell’attesa sono coinvolti tutti i nostri sensi, nella realtà dobbiamo dar corso agli eventi, anche quelli da noi non previsti, non calcolati, quelli che non possiamo controllare con la forza delle nostra immaginazione.
Dunque? Meglio il sogno o la realtà?
Nel sogno c’è una grande consolazione, un leccarci delle ferite di cui nessuno si prenderà cura, ma alla realtà non si sfugge, non ci si sottrae. Vivere l’oggi con la leggerezza del sogno e la praticità della contingenza credo sia una buona filosofia. I sogni son desideri, se guardati da un punto di vista stoico inutili, ma se osservati da un’ottica romantica fondamentali, per nutrire il cuore, lo spirito, un modo di preservarsi dalle brutture di questo nostro mondo che non permette ai sogni di materializzarsi.
C’è da tenere in mente che le circostanze non sono sempre serve del nostro volere, anzi raramente le due accezioni combaciano.
È pur vero però che è già dura la battaglia ogni giorno, rinunciare anche al sogno, è come chiedere ad un bambino di non giocare più. Ne abbiamo bisogno è terapeutico,non è un modo di evadere dalla realtà, ma un sistema per non farci  schiacciare dalla stessa ed affrontarla meglio.
Un’illusione cosciente.




A DOMANI

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