I have a dream. Ha vinto Barak, e l’America ha di nuovo un Presidente mezzo sangue. È democrazia, c’è poco da dire, ve lo immaginate un capo della Repubbica Cinese, Nero? Questo all’America si deve riconoscere, a parte le contraddizioni a cui tutti per natura sono inclini.
Ma stamane mentre ascoltavo il discorso di Obama ho pensato che non poteva essere diversamente. Quell’uomo è nato come un trascinatore di folle, ha un carisma e una capacità dialettica illimitate, non si può non essere rapiti dal suo modo di fare. E questo è un dono, ma ve lo immaginate un Vendola? L’arte di saper parlare, è una grande arma, che va appresa con i giusti mezzi. Certo qualcuno è più predisposto di altri, ma saper parlare in pubblico, è il primo passo essenziale per diventare credibili, i latino dicevano: Poeta nascitur, orator fit. Poeti si nasce oratori si diventa. Il grande oratore è quello che parla chiaro, con termine semplici, ma che sa comunicare un messaggio forte, incontrovertibile. Il famoso: Yes, we can, è stato il tormentone e il riassunto di un messaggio chiaro quanto complesso. La vera comunicazione è fatta di pochi concetti, espressi in modo progressivo e chiaro, voler dire troppe cose e in contesti sbagliati, non favorisce l’ascesa di un successo: confonde. L’uso della voce, la modulazione, le pause, la gestualità sono armi fondamentali. A prescindere dalle mie simpatie, è indiscusso comunque che le persone di successo, come Obama, hanno imprescindibilmente la dote innata di trasmettere, ed emanare energia, carisma, convinzione, fiducia. Sono pieni di una serietà che però non si prende sul serio. Sono tutte armi vincenti, in vita mia ho ascoltato molti discorsi, alcuni me li ricordo come se fosse un attimo fa, per la capacità oratoria di chi lo ha pronunciato. Discorso efficace. Per essere bravi oratori non si deve per forza essere il Presidente degli Stati Uniti d’America sapete,il nostro pubblico migliore lo abbiamo a casa: i nostri figli. Sento mamme che dicono: “Macchè non ascolta neanche una parola.” Siamo sicure che i nostri discorsi siano abbastanza interessanti ed esposti come se presenziassimo un’assemblea pubblica? Anche i figli badano alla qualità non crediate. Certo sempre non è proponibile, non è neanche naturale, ma se i nostri figli non ci hanno mai sentito fare un discorso riuscito, sensato, di cui si ricordano lo slogan, probabilmente non siamo capaci di attirare la loro attenzione e non siamo brave oratrici … non è sempre colpa loro, che fanno finta di non sentire, a volte potrebbe essere colpa nostra, che non usiamo termini accattivanti, o non ci mettiamo quel famoso carisma per diventare: qualcuno da ascoltare.
Avevo un libro che isolava sette punti fondamentali per diventare bravi conversatori:
1.Tenere sotto controllo il linguaggio facciale e corporeo
2.Non fare pettegolezzi.
3.Coltivare campi di interesse ampi e vari.
4.Attenzione alle battute di spirito.
5.Non interrompete.
6.Dimostrate sempre allegria ed entusiasmo
7.Siate duttili nel vostro punto di vista.
Provate funziona … sia dentro che fuori casa.
Va da sé, che quando uno parla poi deve sapere quello che dice, ma questo è un altro apparato …. Che molto si avvicina al non essere stupidi, altro discorso … altro post …
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A DOMANI!!!
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