È un da un periodo relativamente breve che si inizia a parlare anche di moda ecosostenibile. Il mondo della moda prova a fare fronte unito con la tendenza globale di trovare nuove formule ecologiche, che tutelino l’ambiente. Ci sono madrine d’eccezione che mettono la faccia su questo progetto, una su tutte la nostra Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, altra donna attivista Livia Firth che si batte perché anche in Africa si possano dare possibilità concrete alle donne, e affinché anche in quel continente apparentemente silenzioso, le donne possano dire la loro. Suzy Menkes del Tribune ha organizzato a Roma l’IHT Luxury Conference, il cui scopo è quello di elaborare una strategia per aiutare davvero l’Africa a diventare un punto di riferimento, e poter provare a fare una moda etica e fair trade.
L’impegno c’è, ci si riuscirà? Un dato è certo, la corsa impazzita che stiamo facendo ora verso l’autodistruzione va fermata. Se non siamo tutti completamente matti o solo drogati di soldi, dobbiamo comprendere che vanno trovate soluzioni, vere, reali, tangibili, affinché il futuro del pianeta sia conservato. Quello della moda sostenibile, è solo uno degli aspetti di un programma dedicato all’ecologia, ai prodotti a costo zero, alle fonti di energia rinnovabili, ad un’etica dei consumi. Sono certa, convinta, che la soluzione vada cercata ognuno nel proprio territorio, se ognuno potesse riprendere davvero le redini del proprio paese, e una reale autonomia, tutto sarebbe davvero risolvibile. Ma la mia visione è utopistica, nessuno farà un passo indietro, come per i kamikaze: muoio io e tutti quelli che stanno insieme a me. Appoggiare e sostenere i tentativi di un cambiamento però, almeno mi sembra un buon inizio. Tentare di essere corretti, etici, ognuno dal proprio canto, significa dare quella piccola mano alla realizzazione di un grande piano, e progetto. Democratica la moda non può esserlo, sostenibile sì. La moda democratica è una giustificazione che ci siamo voluti dare noi occidentali ai capi dai prezzi bassi, ma realizzati in condizioni non democratiche per i lavoratori. La moda sostenibili invece, che non è sinonimo di prezzi bassi, ma di ricerca di materiali alternativi, recuperati, riciclati, di qualità, che nulla hanno da invidiare alle materie classiche. Su questa moda, l’obiettivo si sta posando, affinché sia comprensibile ai più, che non è una moda di serie B, ma una moda diversa, con costi comunque da sostenere, ma etica, che dà la possibilità di incremento e sviluppo anche a paesi che sino ad ora sono stati completamente tagliati fuori dall’industria della moda, pur avendo grandi potenziali. Etico dovrebbe essere il termine che ci guiderà negli acquisti nel breve periodo. Sensibilizzarci rispetto a temi fondamentali, importanti quanto la nostra stessa vita, dovrebbero farci fare quelle scelte dettate dal buon senso e dalla coerenza di voler tutelare noi stessi ed il prossimo, vincendo così piccole battaglie quotidiane per arrivare a vincere la guerra: salvare il nostro pianeta.
A DOMANI!!!
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