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La cialtroneria

lunedì 11 novembre 2013

UN LIBRO

Lunedì. Penso. Scrivo. Una pila di libri alla mia destra, una pila di libri alla mia sinistra, come sempre. Un libro di mio figlio Lapo sopra a tutto, un libro di quelli cartonati con cinque pagine e solo figure, elementare, visivo. Vicino Proust, 2500 pagine scritte in caratteri piccoli e dai contenuti complessi. Mi è venuto in mente che la gente è così, come questi due libri, uguali nel genere, ma abissali nel contenuto. Libro uno, e libro l’altro, hanno in comune solo la definizione grammaticale, basta. Qualcuno è davvero come un libro cartonato, lo sfogli, trovi un po’ di figure, e dopo due pagine è finito, allora ricominci da capo, nel dubbio ti sia sfuggito qualcosa, niente, non c’è nulla da scoprire sono semplici, elementari, disarmanti, ti chiedi ma tutto qui? Può essere? E sì, senza sorprese, senza lati oscuri, senza ponderazioni, perché l’imponderabile non è ponderato, neanche intuito. Poi ci sono altri individui (pochi), che invece sono davvero come il libro di Proust, 2500 pagine scritte, piene di contenuti per cui non ti basta una vita per conoscerli, e per capirne la natura profonda. Sfogli e leggi, e vai avanti, e prendi appunti, e si creano apparenti contrasti e incoerenze, che servono solo a farti arrivare al passo successivo di una personalità più complessa, non elementare. Interessanti, ricchissimi, pieni di sfaccettature. Ho conosciuto libri elementari, e libri complessi, io adoro quelli complessi, ma non giudico gli elementari, sono più semplici, comprensibili, ma sono affascinata dai contrasti, dall’apparente incoerenza, che vuole tempo per comprendere una visione più alta dell’esistenza, perché non è sempre tutto elementare. Fine del pensiero del lunedì, e oggi (inizio settimana)spero di parlare con una persona che valga 2500 pagine. A domani.

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