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La cialtroneria

martedì 5 novembre 2013

PROVOCAZIONI

Ieri ho rimproverato mio figlio, perché non fa che provocare i suoi fratelli, i quali ovviamente da bambini, rispondo male alle provocazioni. Le colgono tutte e fanno guerre perenni. Poi però, pensandoci bene, siccome la genetica non è acqua e lui ha raccolto in dote un atteggiamento tipicamente mio, mi sono specchiata dentro tanta somiglianza. Io sono una provocatrice nata, innesco conversazioni e situazioni volte sempre a vedere ed osservare la reazione dell’altro. Un giorno un mio caro amico mi ha detto: Non mettermi sempre alla prova. Aveva ragione, sono sempre li a tastare il polso, a monitorare un cambio un modo. Ma sapete io sono molto curiosa, e una dichiarazione fatta, o una domanda posta, provocano sempre una reazione, a volte prevista a volte assolutamente imprevista: comunque generano un moto di risoluzione o rivoluzione, e questo mi affascina in modo unico. Il movente innesca fini multipli, i quali necessariamente porteranno l’interlocutore a scoprirsi, o coprirsi ancora di più rispetto alla questione. È pacifico comunque che per far arrivare l’individuo ad una reazione bisogna provocare, o porre l’argomento. Ci sono persone intime, le quali non sanno reciprocamente cosa pensa l’altro rispetto a problematiche, opinioni, divagazioni, o anche perversioni. Come fai a dire di conoscerlo, se non chiedi, se non lo spingi vicino al gradino e osservi se è pronto a buttarsi o a fare un passo indietro? Se non testi la fibra, come fai a sapere la natura? E la natura rivela l’essere, con chi hai a che fare … quindi? Qual è il modo? C’è? Cosa ne pensate?

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