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La cialtroneria

giovedì 26 luglio 2012

PROIEZIONI D'AMORE

Oggi vi parlo d’amore …. discorso  complicato vero?
Soprattutto se trattato in poche righe, l’esigenza mi viene dalla mia lettura, ho riletto “Madame Bovary” ,un portento di libro, che fa pensare come il bisogno  dell’amore portato all’esasperazione,  sia radicato in ognuno di noi e quanto siamo disposti a rischiare pur di anelare al sommo sentimento.  Le conversazioni con suo marito erano piatte come un marciapiede, citando, Flaubert, quindi lei che vuole amare di un sentimento travolgente, un amore che tocca le corde dell’anima, cede a storie adulterine, sconvenevoli per i tempi, ma necessarie alla sua anima.  Cercando l’amore,  cercava ovunque qualcuno che potesse  rispondere al medesimo desiderio, al suo sogno, alle sue passioni da romanzo. Iniziano così, le  vicissitudini di Emma, le sue storie, i suoi tradimenti e i suoi dolori. Voleva l’amore,  non facendo i conti con il fatto che l’amore dura il tempo di una passione, poi svanisce perché fa posto ad altro, se il sentimento è vero, altrimenti termina ogni cosa, in una grossa bolla di sapone. Lo sbaglio che facciamo noi donne è quello di avere in mente il tipo d’amore che vogliamo vivere (studiato a tavolino come una strategia) proiettandolo sul’uomo che ci è capitato sul selciato, è come se fossimo delle cineprese umane con un film in programmazione, il nostro preferito,  e l’uomo fosse il muro bianco, noi proiettiamo contro la parete  la pellicola con tutti gli ingredienti che sappiamo possano farci vivere una storia d’amore da romanzo, ma poi quando la programmazione  finisce, perché prima o poi finisce, e le luci si riaccendono, ecco cosa ci troviamo davanti: il muro, bianco, un uomo che non riconosciamo tanto intente eravamo a pensarlo come una proiezione della nostra testa.  L’uomo su cui abbiamo svolto la pellicola, tutta questa storia scritta e sceneggiata da noi, lo scopriamo non interagire con il film, ma essere lì passivo ad aspettare un’altra proiezione. Abbiamo fatto tutto da sole all’insaputa perfino del co-protagonista- Quando una storia d’amore è la proiezione di quello che una donna spera , ci si sveglia come Emma, deluse nelle aspettative e nel sentimento che non si può ridestare perché il film è finito e l’uomo non è quello che ci si aspettava, almeno rispetto alla propria anima. Così credo si riassumano  la fine di tante storie d’amore che sono iniziate come un amore epocale, per poi finire come una storia banale. Si, il film bisogna scriverlo insieme, facendo i conti con la persona che ci è toccata, non gli si può attribuire una parte che non gli confà, come un buon regista non darebbe mai un ruolo ad un attore non adatto, anche noi non possiamo sperare di far recitare un amore che non è capace di vivere, a qualcuno che non ne conosce neanche le battute … quindi spesso la colpa è nostra nei nostri errori di valutazione. Speriamo in un uomo romantico e magari lui è cinico. Speriamo che ci faccia delle sorprese quando lui è un metodico. Speriamo nella generosità di sentimenti quando lui è avaro. Non ci sta, non può essere,dobbiamo capire che il film non può essere programmato per nostro volere senza interagire con l’altra parte.  La storia si fa in due … seguendo le reciproche inclinazioni. È così che ci evitiamo un sacco di dolori e delusioni, evitando di fare la fine di Emma.




A DOMANI!

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