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La cialtroneria

mercoledì 21 marzo 2012

marina abramovic

stamane ho letto dell'ultima istallazione di marina abramovic, artista performer dalle scelte quasi sempre estreme. questa ultima performance è a milano "the abramovic medotod", dove chiede ai visitatori di estraniarsi per un'ora e mezza circa e rimanere in assoluto silenzio riflessivo, guidati fra le istallazione di legno magneti e cristalli ci si spinge in questa esperienza apparentemente simile al processo di yoga. nulla da eccepire. ma marina è famosa soprattutto per le sue performance ai limiti del corpo, spesso le sue opere prevedono l'uso del suo stesso corpo sottoposto a stress o tagli o comunque di impatto emotivamente violento sul pubblico. il sangue è la sua ossessione tanto che in una delle sue opere ai limiti, un cameraman la riprende mentre si taglia le vene: lo definisce un atto di amore e di abbandono. in un'altra occasione da fuoco all'isatallazione  una punta  cinque stelle di chiaro messaggio politico, in cui lei era ovviamente dentro. il corpo come uno strumento d'arte.
ma serve arrivare a tanto? serve all'arte arrivare ad un limite dal quale a volte potrebbe non esserci ritorno.

astrazione dal corpo. ma perchè? perchè se siamo un tutt'uno e questo insieme ha bisogno di armonia totale per rimanere in equilibrio. è un artista, è equilibrata? è arte? o è protagonismo? se l'arte è insegnamento è sentire, di sicuro qui il messaggio si sente. forte? giustificato? insomma se da piccoli ci dicono di non toccare la stufa perchè scotta, è artistica una bella bolla che indica una contravvenzione fisica?
non lo so non mi permetto di giudicare la sua arte, di sicuro non ne comprendo la portata, non comprendo il motivo per cui ci si debba spingere tanto oltre a dimostrare un limite tanto visibile quanto banale nel senso di già appurato.
se qualcuno ha una spiegazione da fornirmi sarò felice di ascoltare e capire.
grazie a domani!

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