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La cialtroneria

giovedì 12 aprile 2012

JON GALLIANO

Da grande appassionata di moda quale sono devo tornare su un argomento di cui ho parlato l’altro giorno: Jon Galliano.
Lo stanno trattando da lebbroso e forse ci sta, si doveva cucire la bocca, le dichiarazioni antisemite certo non sono un ottimo modo di gridare al mondo che lo si ama, anche se quando inneggi a Hitler sei ubriaco fradicio.
Ci sta, ha sbagliato, ha fatto una enorme c….a, chi è esposto come un grande in prima fila non se lo può permettere. Però di errori ne facciamo tutti molti e soprattutto chi ha una vita in prima linea, proprio perché è sempre sotto pressione: dai media, dal lavoro, dalla società che li vuole vedere come super eroi, quali non sono. Sono persone, con grandi doti ma pur sempre umani.
Non è un discorso volto a giustificarlo, non lo farei mai, ma a capire un contesto quello si.
Si vocifera che da Dior abbiano preso la palla al balzo perché Galliano aveva assunto un’identità troppo forte rispetto alla maison identificando Dior nella persona di Galliano, l’allievo che supera il maestro, ma infondo anche di Chanel si dice che neanche la stessa Coco sarebbe stata così brava come Lagerfeld . Questa ipotesi ci potrebbe stare  visto che molti altri (vedi Kate Moss) sono stati riabilitati velocissimamente nonostante le avessero combinate, similmente più o meno gravi.
Comunque tornando all’artista, il grande Galliano ha dato alla moda quello che in pochi sono riusciti a dare. Un genio, un visionario, un artista, un prodigio.
Nato a Gibilterra arrivato a Londra da ragazzino ha frequentato la scuola dei grandi la Central Saint Martins, la scuola di McQueen per intenderci, e il suo guizzo geniale, folle è subito evidente quando si diploma con la collezione dedicata alla rivoluzione Francese, sould out dei capi nel giro di qualche giorno, era nato un grande!
Va a Parigi ed è il primo inglese ad essere assoldato ad una corte francese, altro grande traguardo.
Viene premiato come Stilista Britannico dell’Anno nell’anno 87-94-95 e 97.
Come McQueen attinge spesso dal teatro per le sue creazioni e non nega mai il suo profondo amore per la femminilità che gli hanno ispirato sua madre e sua nonna.
Dice: il mio ruolo è quello di sedurre.
Il suo lavoro è monumentale. Vedere una sfilata di Galliano è un’esperienza: follie sartoriali, cappelli monumentali, attinge sempre ad un retrò che interpreta secondo Galliano.
Senza parlare di quando esce per salutare vestito una volta da Napoleone, una volta da Torero, una volta da ammiraglio Nelson una volta da Toro Seduto. I grandi artisti sono strani, come dichiaro nel mio libro il genio è una dote estremizzata per sopperire di solito un pessimo carattere.
Dunque? Per beneficiare del bello a volte bisogna sopportare un carattere sopra alle righe. Avete presente un grande che non sia stato strano? No. Impossibile.
Allora pur non scusando il gesto oggi voglio fare un omaggio all’artista, non alla persona.
A domani!









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