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La cialtroneria

venerdì 31 luglio 2015

MA L'AMORE NON ERA VOLONTARIO?

Domani iniziano ufficialmente le vacanze. Un periodo pericoloso. Vacanza significa rompere il ritmo, fare cose diverse, e nelle cose diverse ci sono implicati comparenti e dinamiche che durante l anno sono collaudate. Le coppie litigano a bomba perché stanno troppo tempo insieme, i figli sbottano perché i genitori pretendono quello che durante l anno non oserrebbero. I fidanzati vorrebbero il lasciapassare per fare... fare... Insomma un gran casino, le vacanze diventano uno stress. Alla base c'è l'esigenza, per qualche giorno all'anno, di fare quello che ti passa per la testa senza doveri, ricoveri, rimproveri, e rimbrotti. La libertà di dire, fare, andare. Ogni forma di libertà porta con sé delle conseguenze, ovvio, se non sei libero per condizione o stato, poi paghi l obolo di azioni non autorizzate dal tuo impegno sociale o affettivo. Tutto è lecito, ma non tutto è vantaggioso. Si può fare tutto, a patto di accollarsi la propria responsabilità, qualunque essa sia. Siccome siamo un mondo di furbi, vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca. "E non se po' ffa", diceva un mio amico, oltre al diritto, alla libertà, esiste il dovere di scegliere, se tu scegli, scelgono anche quelli che ti sono vicini, conseguentemente al diritto e al dovere. Insomma tutto questo per dire che la nostra presunta libertà, è governata del decreto di rispettare chi ci è vicino, il che annulla qualsiasi stratagemma per fugare la legge di libertà temporanea. Ma l amore non era Volontario?

lunedì 27 luglio 2015

LE MERINGHE NON SÌ INDOSSANO

Nonostante tutte sappiano tutto, non imparano niente. Fantastico. Si è sposata un'altra Borromeo; il mood? Senza eccessi, sposa compresa. Vedo donne scegliere, convinte, mise improbabili, di un gusto orrido, certe di essere le più belle. Una bocciatura dietro l'altra. C'è qualcuna che non paga di tessuti carichi, ci mette anche gli accessori da tesoretto, qualche altra si lancia addosso sai da pastore sotto abiti di pizzo, e la Casiraghi, da gran signora quale è, va al matrimonio del fratello con il sandalo di corda. Tie'. Signore, ai matrimoni ci si va fornite di tanto gusto, e se non avete tutti i precetti giusti, fatevi aiutare, non c'è nulla di male, e soprattutto seguite i consigli di chi ne sa, per lavoro, più di voi. Non vi ostinate a diventare attrazione. Un altro suggerimento, vestitevi tutti i giorni con un dettaglio speciale, e vedrete che non sentirete l esigenza di sparare tutte le vostre cartucce in un giorno solo, come la batteria dei fuochi d'artificio di paese. Non fate: Regina x 24h e Cenerentola x 364 g, è una pessima equazione, porta una schifezza, e a voi la fata non comparirà. Less in more. Preghiera, fate riposare gli occhi di chi vi guarda, e sfogliate le gallery dei matrimoni VIP, c'è da imparare. Un mood semplice, naturale, raffinato, poco vistoso. Il gusto non urla, sussurra, se mette un abito che non potete domare siete già OUT....e se proprio volete fare le principesse l'imperativo è: semplicità. Le meringhe non si indossano si mangiano...

mercoledì 15 luglio 2015

SE PARLO DI MODA

Ogni tanto provo a parlare di moda, anche se la moda non va parlata, figurarsi scritta, ma va fatta, indossata, usata. Cos'è la Moda? Dicono sia la tendenza del momento, cioè va di moda il giallo, e le vetrine sono gialle, va di moda la gonna, e tutti i negozi trabordano di gonne e così via.. Chi la fa la Moda? L'esigenza. La gente crede che siano gli stilisti a fare moda. Sbagliato. Gli stilisti sono solo furbi a capire le esigenze, e le fanno diventare moda, la moda si fa da sola, rispetta le necessità del momento. Sono Depressa? Mi vesto colorata per alzare il morale. Devo fare chilometri per arrivare in ufficio? Mi metto le runner. La moda la fa la gente, lo stile invece lo fa lo stilista, perché lo stile, a differenza della moda che sopperisce la necessità, caratterizza un tipo di donna. Questo malinteso che foraggia luoghi comuni, inscatola tutti nel medesimo contenitore dei fissati della moda. Ora da addetta ai lavori, non starò a spezzare nessuna lancia a favore, o contro, mi viene solo da dire che, tutti al mattino si vestono per esigenza, e in quella preparazione a volte sommaria, a volte accurata, viene fuori la considerazione che ognuno ha per sé stesso, e per gli altri. Diciamo che la gente, o si ama molto poco, o non gliene frega davvero niente del prossimo. Ci sono problemi più grandi, certo, ma la considerazione che hai di te stesso, e degli altri, sarebbe già un buon inizio per risolverli. Stile zero, esigenza ai minimi termini. Pazienza, lo stile cede il passo al pressapoco, e per strada è meglio che guardi il marciapiede e ti sbrighi ad arrivare dove devi. E non dite che sono acida! Se parlo di moda....

mercoledì 8 luglio 2015

LETTERA E TESTAMENTO

Avevo vent'anni ed ero un angelo, ne ho quarantatre e sono diventata un diavolo. Avevo remore, discipline, reverenze: questo non si dice, e questo non si fa; adesso il mio imperativo è dire, fare, baciare,altrimenti mi rimangono solo lettera e testamento. Avevo le buone maniere della brava ragazza di buona famiglia, adesso mi sono rimaste le buone maniere di circostanza, e un livore verso la vita che sale ogni giorno. Sono sempre incazzata, e quelle espressioni colorite, che la mia lingua non avrebbe mai pronunciate, ora sono diventate di rigore quando mi devo far capire a chiare lettere. Non offendere, non mettere nessuno a disagio, non credenti meglio di nessuno, ho continuato a praticare questi dettami che mia madre mi scolpiva nella mente, sino ad accorgermi che la gente va avanti di offese per difendersi, ti mette a disagio quando ha insicurezze, e soprattutto tutti si credono meglio di tutti. Non ho cambiato modo di fare, mia madre morirebbe in piedi, come non sa che dico parolacce, ma ora, invece di far finta di niente, quando mi trovo davanti a qualcuno con questi atteggiamenti lo dico, e sì, lo dico altrimenti mi scotta la lingua, non me le tengo più certe cose che si pensa offendano, quando invece sono solo discorsi non concilianti che servono crescere. Tutti corretti, tutti gentili, e tutti immaturi. La maturità passa attraverso esperienze e discussioni fatte: ditegli sempre di si, così muore contento, e gli rimangono solo lettera a testamento. Oggi mi andava così, e se non l avete capito non fa niente. Farò la penitenza.

giovedì 2 luglio 2015

CAPIRE IL LIMITE

Ero una neonata con una targhetta sopra, un nome "strano" per 43 anni fa. Iniziamo tutti così, con una targhetta che ci porteremo fino alla fine dei nostri giorni, e tutto da scoprire. Quello che accade nel mentre è caso, volontà, arte, sentimenti, incontri, errori, scelte, compromessi; tutto e tanto altro. Dici: com'è la tua Vita? E che ne so,è questa, ingiudicata e i giudicabile, perché ognuno fa quello che può, quello che incontra, quello che vorrebbe scegliere, ma a volte non può. Niente semi dei, e neanche super eroi, siamo tutti talmente comuni, da diventare, in certi frangenti, banali. Così, dal nome che non ti scegli, vai avanti verso una serie di circostanze, che semplicemente cerchi di gestire. La gestione degli eventi è l'unica vera scelta che ci aspetta. Se pensi di potere, sei già con un piede nella fossa, speriamo di farcela, speriamo di avere una botta di culo, o una botta di lucidità vera, che è una cosa diversa dallo scegliere. Una mia amica diceva: "scelgo di non scegliere", ed in questa dichiarazione, che io credevo da perdente, poi, con gli anni, ci ho letto la vera saggezza della sua visione, e cioè la consapevolezza di sapere, che molte volte, la vita sceglie per te, ed in questa scelta in contumacia, tu dici: così sia. Questo non significa avere un atteggiamento passivo, non sarebbe nelle mie corde, ma decelerare in deliri onirici di onnipotenza, questo sì davvero. Deambulare fra volere e circostanze, potere e dovere, sogno e la realtà. A volte non c'è nulla di male nel vorrei, ma non posso, è conoscere il proprio limite, è capire la superficie della targhetta del proprio nome. È la forma di umanità che preferisco, capire il limite.