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La cialtroneria

martedì 8 gennaio 2013

VOGLIO VIVERE BENE

Ultimamente qualsiasi cosa legga contiene un incentivo a vincere, a sfidare la vita per ottenere risultati notevoli: tu puoi, tu ce la farai, tu sei il migliore, arrivi al successo, perché hai lavorato sodo, perché non hai mollato, ci devi credere,lotta e arriverai.
Mi stressa solo scriverle tutte ste cose.
Messaggi che sembrano alimentare la voglia di infondere fiducia in se stessi, ma in effetti sono solo lo stimolo a frustrazioni. La gente si ammazza, perché? Perché si riempie la testa di tutto questo: ce la puoi fare! E poi quando non ce la fa non regge lo stress. Non è vero che tutti ce la fanno. Su sei miliardi di persone sono pochi quelli che ce la fanno il resto quelli di noi che non ce la fanno, non ce la fanno, non perché non sappiano respirare o lavorare, non ce la fanno perché non sono famosi.  E questo è l’importante? Certo a sentire la propaganda dei vincenti ti senti un demente inadeguato, stupido, e incapace. Ma è così? È questo che ti etichetta di successo?
Ho tre figli, li ho fatti e portati io, li sto crescendo al meglio di quello che posso, scrivo pensieri sbiellati, ma condivisibili, o opinabili, non importa, ho delle amiche meravigliose, non muoio di fame anche se ho solo in necessario, sono mediamente intelligente, e cerco di portare il mio contributo in ogni ambito che frequento. Non sono una donna di successo, sono una donna normale, mi dovrei uccidere? Dovrei continuare ogni giorno a rodere perché ci sono scrittrici ricchissime, e io invece sono una pensatrice squattrinata? Dovrei cantilenarmi, ogni giorno davanti allo specchio, il mantra non mollare, non mollare, non mollare? Un giorno il mio cuore deciderà di mollare, io non ci potrò fare nulla, come nessun’altro potrà fare una scelta diversa, vale la pena starsi a misurare continuamente con parametri dettati non so da chi, per arrivare non so dove, e per non so quale motivo?
Forse la gente lo dice perché pensa di farti del bene, senza pensare però che ognuno di noi, siamo un’isola unica inimitabile, con carattere, emozioni, esperienze e conoscenze diverse, che ci portano a fare scelte conseguenti. Qualcuno dice non devi avere pietà verso te stesso, e chi lo dice? E se la tua emotività non ti permette tanto, devi sentirti inadeguato? Se manchi del cinismo necessario devi sentirti inutile?
Non sono d’accordo, tutti siamo grandi ma non sulla base di una notorietà presunta, ma sulla base di qualità intime che la maggioranza della gente forse ignorerà tutta la vita, ma che apprezzeranno solo coloro che ci amano. Allora? Cosa c’è di male in questo? Se sarò l’eroina dei miei figli e morirò sconosciuta la mia vita sarà valsa meno? Non ci voglio credere e non voglio farmi lavaggi del cervello con pubblicità frustrante … voglio vivere bene.
A DOMANI!

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