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La cialtroneria

mercoledì 18 aprile 2012

C'ERANO UNA VOLTA I PINK FLOID

Quando incontrate i diciottenni o ventenni del secolo corrente, vedrete una massa di ragazzi vestisti pressoché identici, tutti rigorosamente con cuffie alle orecchie per la musica, e telefono saldamente in mano come manovrano come fosse un pianoforte, tutti i simboli di riconoscimento dell’epoca.
Ma che musica si sparano nelle orecchi questi ragazzi??? E chi lo sa, noi Matusa non lo possiamo sapere, a meno che non ci facciamo prestare il loro lettore mp3 e cerchiamo di capire che rumore passa dalle loro orecchie sino ad arrivare alla loro testa. Non voglio essere la nostalgica del mattino, però devo dire che la musica dei nostri tempi aveva un suo perché.
Ero piccola e mio zio faceva tremate la casa con i Pink Floid, mia nonna urlava “abbassa” e non capiva povera donna, perché quell’elicottero sembrava dovesse  atterrare diverse volte al giorno  sopra casa nostra, era “The Wall”, ma nonna non si rassegnava a quello che lei definiva rumore assordante. A me però piccola ed impressionabile quella musica  è rimasta nelle orecchie come un vero fenomeno di costume, o come un insegnamento da tramandare da zio a nipotina. La musica che avrei sentito successivamente avrebbe attinto molto da quei mostri di bravura, la musica della mia adolescenza era più o meno vissuta nello stesso modo: stereo che pompava U2 -R.E.M.- Simple Mind- Nirvana….fenomeno di aggregazione, per noi ragazzi che volevamo imitare il modello dei nostri zii che ascoltavano i Pink Floid I Baetles .
Oggi quando vedo Lady Gaga penso a quanto possono essere sfortunati i nostri figli, ma che è quello cantare? Quello è apparire, il che è un altro apparato…
Ieri ascoltando i R.E.M. mi sono detta che devo crescere anche io i miei figli con delle note che abbiano un senso, una storia, una costruzione, una vera filosofia e motivazione.
Almeno provare a proporre modelli diversi da una che va vestita come una disadattata!
La musica da cui attingono gli stilisti è fonte di ispirazione, dovrebbe esserlo anche per i nostri figli, ma non l’ispirazione a suicidarsi o sballarsi, l’ispirazione di crescere di capire, di scoprire, di amare; ma che figli cresciamo!
Pompiamo della bella musica anche noi dai nostri stereo come quando eravamo adolescenti e insegniamo ai figli che la musica era ed è ancora una parte della nostra vita, è un modo di avvicinarli di avvicinarci, musica per tutti quelli che sono nella stanza, non musica per isolarsi dal mondo, musica di convivenza!

A domani!

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