Buon giorno!!! È lunedì….l’ennesimo della lista. Come inizia il vostro lunedì? Il mio inizia come ogni giorno della settimana, piano, lentamente. Il mio compagno mi sveglia senza parlare con un gesto sul viso, mi alzo, cerco di capire che sono viva, e che ho gli arti al loro posto. Fatto questo controllo fondamentale, mi dirigo in cucina in silenzio. In una casa con tre bambini, il silenzio è un lusso che non potete immaginare, quindi io e Carlo cerchiamo di godere pienamente questo istante di calma. Il profumo del caffè, il pane tostato, la marmellata, le prime notizie del giorno, qualche commento a bassa voce sullo svolgimento della giornata o su un fatto, poche parole, e una grande calma. Le luci basse, il mio romanzo sopra al tavolo di cui leggo qualche pagina mentre faccio colazione. Gesti semplici, automatici, come i vostri. Perché ve li sto raccontando? Perché nei gesti quotidiani, nella routine, che tutti demonizzano e di cui tutti hanno paura, io in alcuni momenti invece ci trovo una grande sicurezza, una grande tranquillità. E’ vero che a volte l’abitudine genera la noia, ma troppe emozioni generano stress, diciamo che gli stremi sono sempre e comunque da evitare. Ma l’abitudine? L’abitudine è rassicurante. L’abitudine di cui tanto parla Proust chiamandola: “ordinatrice abile e lenta”, è ciò che permette la stabilizzazione di una situazione, di un assetto di vita, da cui difficilmente ci scosteremmo, perché sono le nostre abitudini, costruite sulle nostre necessità, e sui nostri desideri, sempre citando il grande scrittore: “ La costruzione intima di un’abitudine mentale”. Ecco cosa diventano le nostre consuetudini, diventano la nostra intimità, e nell’intimità siamo noi stessi, lontani da sguardi estranei e lontani da giudizi gratuiti, in un’abiente che non è ostile, ma familiare. Questo è il valore di una routine, almeno una. Forse per qualcuno è bello svegliarsi ogni giorno in un letto diverso, per qualcun altro cenare ogni sera in un nuovo ristorante, per qualcuno cambiare casa spesso, ma in ognuna di queste persone, anche le più itineranti, giace il bisogno di un’abitudine, almeno una, a cui affidarsi per cercare la propria intimità, come quando da piccoli ci si succhiava il pollice o si cercava il ciuccio. Una coccola al nostro io, ecco cos’è un’abitudine, un rito cui non vogliamo rinunciare. Non c’è nulla di male anzi, è un modo per ritrovarci insieme al nostro io di cui a volte perdiamo di vista l’identità…distratto fra la folla….
GALLERY: VALENTINO
A DOMANI!
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