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La cialtroneria

venerdì 24 agosto 2012

IL CORAGGIO DEL NUOVO

Mi riallaccio al discorso di ieri sul coraggio, per citare una frase di Proust illuminante: la sofferenza è una specie di bisogno dell’organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo, è così il nuovo spaventa fa male, ed è per questo che la gente non sa prendere decisioni coraggiose, per la paura del nuovo. Ma avere paura del nuovo è contro natura, la natura si rinnova costantemente, istante dopo istante, è normale trasformarsi in qualcos’altro. Ma come mai la gente è paralizzata all’idea di prendere decisioni? Qualcuno diventa fradicio dentro ad un matrimonio da cui non riesce ad uscire, qualche altro si ammala per un lavoro che non lo soddisfa, qualche altro non riesce a cambiare neanche il colore della camicia. Impressionante. Paralizzati dalla paura del nuovo, dalla paura del dolore per l’adattamento. Io devo essere sincera, ho mandato all’aria la mia vita diverse volte, ho preso risoluzioni forti, mi sono reinventata cento volte, il concetto di voler rimare nel vecchio pur soffrendo, mi è un concetto inconcepibile.
Qualcuno tutta la vita lamenta un cattivo matrimonio, ma se prospetti loro una separazione sono atterriti, allora? Va bene quello che hai, se quello che potresti avere ti spaventa. Perché la gente è disposta ad una vita di rinunce e frustrazioni pur di non cambiare? Quale fantasma c’è dietro al cambiamento? L’incognita? Ma se la realtà è così misera cosa può esserci di peggiore? Il presente allora non è così insulso.. oppure? Mi dicono: e tu parli bene tu hai coraggio! Sarà ma il mio coraggio me lo sono guadagnato, sudato, ferito, morto e risorto sotto una pioggia di successi ed insuccessi la cui conoscenza è solo mia. Avrei fatto diversamente? No, non avrei potuto, io sono una che non rinuncia a vivere all’altezza delle più semplici aspettative, del decoro dell’anima, dell’avvilimento della rassegnazione, della scelta non condizionata dal caso senza appello e senza possibilità di cambiamento. Tutto si può cambiare…MA.. ci vuole l’atteggiamento. Ma che ci si lamenta tutta li vita senza avere il coraggio di fare nulla? Si qualcuno fa la litania, il rosario, delle proprie sventure senza avere minimamente l’intenzione di cambiare alcunché …ma che si può sentire un rosario di lamentele? Mi rifiuto, mi rifiuto, di ascoltare chi SA già a priori che non cambierà nulla della sua vita. Quale stima si può avere di una persona che non si prende il carico della propria felicità, o infelicità?
Alcuni sono infilati in vite caliginose il cui pulviscolo li intossica senza capacità e volontà di cambiare aria. INQUINATI DALLA LORO VOLONTA’.
Non può essere un’eclissi solare o una meteorite ad eliminare la causa dello scontento, sono le azioni ragionate che ti portano in un’altra condizione, dimensione, vita, prospettiva… aria salubre!!!
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A DOMANI!!

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