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La cialtroneria

mercoledì 25 aprile 2012

PENSIERO DEL DI' DI FESTA

La misurazione dei giorni che ci toccano da vivere è simile ad un segmento la cui geometria non ha regole, non ha teoremi e non ha calcoli su cui basare il conteggio volumetrico o perimetrale. Nessun riferimento, perché il segmento prende la forma che vuole arbitrariamente e nel momento in cui decide di manifestarsi. Infondo il venire al mondo non è altro che l’inizio di questo tratto enigmatico, di cui qualcuno ci lascia il testimone prima, per poi a nostra volta cederlo di nuovo a terzi, in una porzione di tempo, in un momento qualsiasi. Che la si  chiami procreazione, o continuo della specie un fatto è certo: non puoi decidere chi mettere al mondo e neanche quando venire al mondo, l’esistenza accade “in medias res”. L’evento straordinario si consuma in un momento, la rivelazione del nuovo avviene in un contesto vecchio, dove ogni cosa continua esattamente incurante dell’accaduto,e dove tutto risponde a degli stimoli preordinati, come la stessa nascita.
Il tratto, il puntino infinito, inizia a tracciare una linea avvinghiata, avvolta, retta, convessa, comunque una traccia che involontaria segna un percorso; un’esistenza, che non si può ne ritardare, ne anticipare, viene quando vuole e occupa la porzione di tempo che vuole, instaurando nonostante tutto una rete di relazioni così vasta e capillare da riuscire ad ottenere la corrispondenza con la vita di tanti altri segmenti confusi esattamente come il primitivo. Un’inestricabile complessità governa figure intellegibili dove ognuno cerca il teorema per risolvere la sua equazione ad anche quella di chi crea intersezioni, con risultati frustranti.
Il tratto a volte è incerto, a volte fa digressioni, altre volte  progressi rapidi, ma sempre dettato dalla spinta di una casuale geometria. Perché la vita è legata al caso, ed ogni caso è a sé, anche se tutto scorre incurante, indolente, dissolvente senza forma e regola. Una matematica arbitraria che non ha corrispondenza col vero, con l’esatto, con la relatività dell’esistenza.
Una burla infinita!

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