Ieri mi è stato fatto notare che ho usato la parola UMANAMENTE, come parola nuova. Non credo di non averla mia usata, magari qualcuna se n’é accorta ieri. Che sia o meno, stamane da questo umanamente ricomincio. Umana natura, umanamente, ciò che corrisponde all’uomo, alla sua coscienza, alla sua emotività, alla sua anima, questo è ciò che si considera umano, quello che differenzia dallo stato delle bestie, degli alberi, che pur essendo esseri viventi non hanno coscienza, consapevolezza, volontà sciente. Umanamente sbagliamo, umanamente amiamo, umanamente viviamo, scegliamo strade che non sempre sono quelle giuste, umanamente facciamo tentativi. Hume nel suo trattato sull’Umana Natura isola tre aspetti fondamentali: l’intelletto, le passioni e la morale. Ecco cosa è l’umano, il vertice di queste componenti caratteristiche patrimonio del primate eretto. Quando ci si comporta in maniera disumana? Quando una delle tre caratteristiche fra intelletto, passione, e morale, viene a mancare. Tutti ci crediamo umani compassionevoli, buoni, comprensivi, intelligenti, moralisti, per poi scivolare su delle bucce di banana banali ma capitali. L’umana natura si fa i trabocchetti da sola, la morale non va mai d’accordo con la passione, o l’intelletto non va in accordo con la passione, è spesso la passione che sbilancia e pone in difetto rispetto all’umano. Le passioni giocano un ruolo fondamentale, perché spesso ci si appassiona a ciò che non è morale, e che va contro l’intelletto. Un disastro emotivo che compromette l’umana natura, il tentativo quotidiano spesso fugato di comportarsi umanamente.
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A DOMANI!
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