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La cialtroneria

venerdì 1 giugno 2012

POVERA ITALIA

Buon giorno!
In questi giorni sono sempre in difficoltà circa cosa scrivere.
Argomenti leggeri sono fuori luogo, quelli pesanti scoraggianti. Dunque?
Povera patria, questo il titolo di una canzone di Battiato che stamane mi ha illuminato, dice:
“Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!”
Non è forse così? Siamo in ginocchio da una serie di situazioni alcune causate, altre sopravvenute, che ci stanno facendo pensare che non cambierà, anzi forse peggiorerà.
I politici inutili e buffoni che ci hanno portato vicino al disastro ma nessuno se ne prende il peso, il terremoto che adesso fa notizia ma di cui ci si dimenticherà fra poco, a parte gli emiliani, sarà accantonato come fatto passato e sistemato, il Papa che fa le porchette (beccato con le mani nella marmellata) e incolpa il suo maggiordomo di non essersi fatto i fatti suoi, i giocatori che fanno cricca per conto loro e gridano al complotto, e la guardia di Finanza che tratta ormai tutti da delinquenti, il capo dello stato che non ha più ascendente su nessuno neanche da giustificare perché si farà una festa o perché semmai non si dovrebbe fare, tutti tirano verso la loro parte, che è una sponda solo di salvataggio e convenienza.
Anche la stampa è dei buffoni e non analizza con occhio imparziale la realtà dei fatti, l’informazione è sulla penna degli amici dei buffoni, la commedia  è garantita.
Il nostro problema sapete qual è? È che siamo tutti italiani, e ci dimentichiamo di tutto nel giro di pochissimo, e la storia non ci insegna, neanche quella di breve corso, e non ci ricorda come mai siamo arrivati a questo punto disastroso, senza capire a chi imputarne la responsabilità, che è di tutti. Abbiamo una memoria nazionale come quella di Dory, la pesciolina di Nemo, e siamo degli impuniti, cerchiamo la scorciatoia a tutto e giustifichiamo chi la trova e la percorre senza pudore. Condoniamo i vizi e cerchiamo espedienti che ci facciano sentire sempre più italiani dimenticando i fatti gravi e subdolamente perdonando i furfanti. Ma guai a cambiare, non si può, è colore nazionale questa furberia e questa impunità, ci siamo nati scugnizzi e nessuno da nord a sud ha la voglia vera di pagare tutte le tasse, vendere un calcio pulito, praticare una religione integra, privarsi di qualcosa per darlo a chi non ha più una casa, non usufruire di assicurazioni non dovute o far lavorare un altro al proprio posto. Siamo Italiani.
Battiato conclude: “Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali”… io non sono così convinta che lo vogliamo, perché significherebbe rinunciare a quella italianità che è tanto folcloristica e che ci fa riconoscere anche al Polo Nord…
Povera Italia!

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