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La cialtroneria

mercoledì 16 maggio 2012

EMOZIONI

Ieri mio figlio mi ha detto: “Mamma ho una strana sensazione di nausea. La maestra Monica mi ha detto che abbiamo le emozioni nella pancia, quindi se vomito, vomito le emozioni, così dopo sono NEUTRO.”
Ecco mio figlio, il pensatore, come ha tratto una conclusione meravigliosamente intuitiva, riguardante  un concetto complesso: la somatizzazione delle emozioni.
È vero abbiamo tutto nella pancia, è come una sorta di terzo emisfero, che sfugge al controllo della ragione, in cui regnano: la paura, la rabbia, la felicità, la preoccupazione, la gioia, l’apprensione, l’amore.  Tutto di è origine viscerale. Le sensazioni così intime non si possono controllare con il pensiero cosciente, perché regnano nell’inconscio, il cui termine sottintende complessi processi, contenuti, ed impulsi che non affiorano alla coscienza del soggetto, pertanto incontrollabili dalla ragione.
In pratica non puoi impedire alla tua pancia di non accartocciarsi per una sensazione che ti invade. Forse l’esempio più comprensibile è quello dell’amore. Quando ci si innamora il cervello non comanda più nulla, è la pancia che si contrae ad ogni minima sensazione, sia positiva che negativa, l’inconscio regola le sensazioni di euforia, gelosia, tristezza,  da l’imput  all’emozione causate dalle evenienze e dalle esperienze spazio temporali.
Queste sensazioni che ci dimorano letteralmente nelle pieghe dell’anima sono difficili da gestire, perché spesso ci portano verso uno stato di prostrazione o di insoddisfazione di cui non si riesce a scrollarsi. Mantenere il malanimo dentro però fa venire l’ulcera, è come tenersi delle tossine nocive nello stomaco. Come si esternano allora le emozioni? Mio figlio suggerisce di vomitarle, pensate come sarebbe bello liberarsi del senso di disturbo, come liberandosi di un imbarazzo alimentare.
Poi  si sta sempre meglio, ci si sente LEGGERI, o come dice Manoa NEUTRI.  
Azzerato tutto e si può ricominciare.
Invece no, ci portiamo dentro l’emozione perché quasi mai siamo capaci di buttarle fuori,  e addirittura continuiamo a lavorarci sopra sempre di più, finche non prende la forma del nostro demone personale, il mostro che crea il nostro io incosciente da cui poi siamo costretti a difenderci, è come se ci producessimo degli anticorpi che causano un’autoimmunità.
Lo stesso discorso vale per le emozioni positive: qualcuno ha paura di mostrarsi per ciò che sente veramente perché pensa di perdere credibilità. Anche quello è combattere contro se stessi.
Alla base c’è dunque la necessita di buttare davvero fuori le emozioni che incondizionatamente ci dominano, così che non rimangano a sedimentare sentimenti negativi di inadeguatezza che necessariamente minano l’essere.
Insomma mio figlio nonostante i suoi otto anni ci ha azzeccato alla grande le emozioni vanno vomitate per azzerare ogni sensazione e ripartire da NEUTRO!
Battisti diceva :Capire tu  non puoi, tu chiamale se vuoi, EMOZIONI.
A domani!

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